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15 Apr 2012
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Le volpi in posa per pane e nutella
Ci dice la giovane guida del Parco naturale, che qui sulla spiaggia di Alberese le volpi hanno imparato a mettersi in posa per le foto. Sanno che avranno da mangiare se si lasciano fotografare dai turisti perciò quando li sentono arrivare escono dalla duna e si mettono sedute ferme, con la bella coda in primo piano. I bambini si avvicinano, i genitori scattano, poi danno agli animali un pezzo di panino con nutella, una fetta di salame, una merendina farcita. La guida dice che tutto questo è ovviamente sbagliato e pericoloso: quel genere di cibo fa male alle volpi, e prendere troppa confidenza con loro è rischioso, perché non cessano di essere animali selvatici, ma soprattutto, aggiunge, "è molto triste vedere le volpi mettersi in posa per avere un panino. In fondo così si addomesticano e alla fine smettono di essere vere volpi". È incomprensibile come mai ciò che si capisce a proposito di animali non si riesca ad applicarlo agli uomini. Anche di certi uomini (molti) è triste vederli metter- si in posa per un panino. È vero che venir bene in tv e atteggiarsi per un servizio da rivista nel proprio salotto accresce il guadagno immediato: il panino. Però si perde, alla fine, il bandolo della propria identità. Si rinuncia a essere volpi. A margine del congresso di Rifondazione, di cui Nichi Vendola, prima di ritirarsi dalla corsa per la segreteria, ha detto "ci sarebbe da chiamare il 113, questo non è un partito, è una comunità terapeutica", leggo che la sinistra, a Firenze, si è spaccata sul ritiro del bando di esilio a Dante. L'episodio risale al 1302: sette secoli dopo un paio di consiglieri del Popolo delle libertà propongono la riabilitazione. È solo "marketing culturale", protestano Rifondazione e la sinistra della sinistra. Il Pd sarebbe stato favorevole, ma la proposta di annullare un bando del 1300 è ormai teatro di faide politiche di provincia. Pazienza per Dante, neppure il suo ventesimo pronipote Serego Alighieri sente il bisogno di un gesto "mortificato da polemiche di così bassa lega". Iniziativa ritirata: il Sommo, decretano i radicali di sinistra, deve restare in esilio. Barak Obama dice che dedica un'ora al giorno al silenzio e al pensiero. La mette proprio in agenda: un'ora vuota, "altrimenti perdi il senso di quello che stai facendo". Chissà se gli basterà, auguri. È comunque un buon consiglio per tutti. In una bellissima intervista di Paolo D'Agostini anche Ermanno Olmi parla del silenzio e della lentezza come antidoto al non senso generale. In un passaggio dice due parole sulla Lega, le riporto qui per coloro ai quali fossero sfuggite. "La Lega fa leva su un fastidio, un risentimento. Cosa l'ha alimentato? Quando le popolazioni, anche quelle del Nord, vivevano in uno stato quasi miserabile, l'unico che ti poteva salvare era il Padreterno. E tutti giù a pregare. Oggi fa sorridere ma quel pregare era un modo per darsi un aiuto, come il canto degli schiavi negri. Quella società povera, con la trasformazione industriale, è diventata una società non sempre ricca, ma pervasa da un benessere generale. Che c'è stato, per un momento. Si è sbagliato a fare i conti, a livelli alti della politica e dell'economia. Oggi si è di fronte a un baratro di possibile nuova povertà, avendo oltretutto distrutto la terra. Qual è il risentimento, allora? Tutte queste persone che oggi votano Lega, ma nell'infanzia hanno vissuto quella povertà e hanno conosciuto il beneficio di un benessere sia pur fasullo, se lo vedono messo in discussione dal dover dividere la ricchezza con quelli che ricchi ancora non sono. Chi erano i kapò nei campi di concentramento? Gli stessi prigionieri. Quanti contadini sono diventati piccoli imprenditori? La Lega ha sfruttato il loro risentimento. Quando parlano di sicurezza intendono che colui che potrebbe sottrarmi qualcosa va allontanato. Parlano di sicurezza come dei kapò, mettendo il filo spinato". Auguri anche a Olmi.
Concita De Gregorio
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  22:35 | commenti presenti [0]


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