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14 Ott 2007
La grammatica della salute
Ricerca sull’informazione e la comunicazione scritta in sanità
Prima azione: un sondaggio online
vai al sondaggio online
Parte la prima ricerca italiana sul linguaggio usato nella comunicazione scritta in sanità. Realizzata dalla Palestra della scrittura, nasce dall’ascolto, con un sondaggio online e una serie di interviste svolte da una società specializzata, in collaborazione con Regione Lombardia; sarà presentata ufficialmente in un convegno al Compa di Bologna (6 novembre, ore 14,15); e diventerà presto un libro.
Qual è l’esperienza dei cittadini con il linguaggio di referti, cartelle cliniche, “bugiardini” ecc.? Il consenso informato: informa davvero? Le informazioni sulla salute sono efficaci e comprensibili?
Il medico un tempo affermava la propria autorità e autorevolezza attraverso tecnicismi poco incoraggianti per il paziente. Ora la conoscenza sulla nostra salute si diffonde anche attraverso altre fonti, e le persone desiderano partecipare in modo più attivo alle decisioni sulla propria salute. Questo ha contribuito a rendere le informazioni più chiare?
Aiutaci a fotografare la percezione del linguaggio usato dai vari attori della sanità.
Solo dieci clic, e darai un contributo importante alla prima ricerca su un tema centrale per tutti noi.
Grazie.
vai al sondaggio online
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  16:45 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



7 Ott 2007
Quale Impresa?
Sono stato relatore a una tavola rotonda, organizzata da Qualeimpresa, nell’ambito del convegno dei giovani imprenditori (Confindustria) svoltosi a Capri il 5 e 6 ottobre.
Lì, con la mia consueta e intempestiva irruenza, unita ad assai poco fair-play (e sì che da trent’anni insegno la comunicazione!) ho criticato, in modo un po’ provocatorio, due frasi del presidente Matteo Colaninno che riporto testualmente.
“Siamo profondamente convinti che le istituzioni contino più degli uomini”.
“Diciamo no all’antipolitica, dei predicatori, dei comici, delle veline”.
Vorrei in questo spazio riassumere il mio intervento e le ragioni che mi hanno portato ad assumere queste posizioni.
La prima dichiarazione mi fa una certa impressione. Sono infatti certo che nulla, ripeto nulla, sia più importante degli uomini. Non solo le istituzioni (perché non ricominciamo a insegnare ai bambini che lo stato siamo noi?) ma neppure le imprese. Dico questo perché a volte, in certi ambienti, sento aleggiare questa idea dell’impresa sopra a tutto.
Invece, tramontato l'entusiastico yuppismo e crollati i miti della società dell'immagine, oggi ci ritroviamo in un momento molto delicato, nel quale appare fortissima ed impellente la ricerca del nuovo collegata con il recupero di valori forti: l'onestà, la verità, la solidarietà. Questa tendenza ci impone la necessità di tornare ad umanizzare i ruoli nel mondo del lavoro e in tutti gli aspetti della nostra vita: l'uomo, quindi, come centro del sistema.
Non e' certo un'idea nuova, ma rimane un concetto forte che oggi può aiutarci a superare l'attuale crisi di valori individuali e di ideologie collettive.
L'apparato non può essere sopra a tutto e prima di tutto, perchè ciò costituisce solo una spersonalizzazione, uno stratagemma ideato per sfumare i ruoli, favorire le coperture e rendere difficile l'attribuzione delle responsabilità.
I mali che ha prodotto questo sistema sono purtroppo ben visibili davanti agli occhi di tutti! A questo punto appare chiaro che stiamo entrando in una nuova fase che da molti e' già stata definita "nuovo umanesimo".
Protagonista assoluto torna ad essere l'uomo, inteso come individuo, che ha veramente qualcosa da dire e un ruolo da giocare. La persona, in sintesi, che grazie alle sue qualità riesce a meritarsi la fiducia ed il rispetto degli altri.
Sei mesi fa Matteo Colaninno era certamente d’accordo con me perché a queste tesi è stato dedicato l’incontro di Santa Margherita. Ma oggi cos’è cambiato?
Seconda affermazione. Non sono certo qui a difendere Beppe Grillo che sa difendersi molto bene anche da sé. Però un fenomeno del quale i media parlano ormai da un mese non si può relegare tra nani e ballerine. L’effetto Grillo si sta facendo sentire nel paese da quel 8 settembre in cui dalla piazza virtuale si è passati alle piazze reali, quando a internet si sono affiancati la televisione e i giornali nazionali. Da allora non si parla d’altro.
La tavola rotonda alla quale ho partecipato si chiamava Be connected e non ha certo raccolto il grande pubblico del giorno successivo, quando è sfilata “la casta”.
Questo mi fa fare un ultima riflessione. E’ possibile che al convegno dei giovani imprenditori i volti dei soliti noti continuino a fare più audience di un momento di formazione autentica sugli scenari futuri delle imprese e delle persone?

 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  14:49 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



27 Set 2007
Public Speaking, ancora Steve Jobs
Dopo un pomeriggio fantastico di golf qualche giorno fa, mio nipote sembrava ansioso di tornare a casa, arrivando ad ignorare il mio invito a cena. Mio nipote sta per diplomarsi alla high school, così pensai che volesse incontrarsi coi suoi amici. La mia interpretazione era corretta solo in parte. Voleva sì incontrare i suoi amici, ma in rete per il nuovo iPhone.
Dobbiamo a Steve Jobs, Chief Executive della Apple, il merito di aver generato una frenesia superiore a quella creata da qualunque altro gadget divertente nel nostro Paese. E’ cominciato tutto con quella che io considero la miglior presentazione di Steve Jobs fino ad oggi.
Dopo aver visto e analizzato la presentazione, ho pensato a circa cinque punti per distillare le tecniche di presentazione di Jobs, con lo scopo di aiutare chiunque lo desideri a sviluppare una comunicazione persuasiva.
1. Costruisci tensione
Un buon romanziere non rivela l’intera trama e la conclusione nella prima pagina del libro. Costruisce qualcosa che porta al compimento della narrazione. Jobs comincia la propria presentazione facendo un riepilogo dei prodotti “rivoluzionari” che Apple ha introdotto sul mercato. Secondo Jobs, “di tanto in tanto arriva un prodotto rivoluzionario che cambia tutto…Apple è stata fortunata a introdurre nel mondo alcune cose.” Jobs continua descrivendo il lancio, nel 1984, del Macintosh come un evento che “ha cambiato l’intero settore dei computer”. La stessa cosa avvenne con l’introduzione del primo iPod nel 2001, un prodotto che, lui dice, “cambiò l’intero settore della musica”.
Dopo aver messo le fondamenta, Jobs costruisce l’interesse per il nuovo prodotto prendendosi gioco del pubblico: "Oggi, stiamo introducendo tre prodotti rivoluzionari. Il primo è un iPod con ampio schermo e touch-control. Il secondo è un nuovo telefono mobile rivoluzionario. Il terzo è uno strumento di comunicazione via Internet.” Jobs continua a costruire tensione. Ripete l’espressione “tre strumenti” parecchie volte, poi dice”Avete capito? Questi non sono tre strumenti distinti. Questo è un solo strumento…oggi Apple ha reinventato il telefono!" La folla si scatena.
Jobs conduce una presentazione come una sinfonia, con flussi e riflussi, accumuli e culmini. Crea entusiasmo in chi l’ascolta. La lezione che ci portiamo a casa? Costruite la tensione verso qualcosa di imprevisto nella vostra presentazione.
2. Fissa un tema per ogni slide
Un docente brillante mi disse un giorno che le presentazioni efficaci hanno un solo messaggio per ogni diapositiva o slide. Una slide, un punto chiave. Quando Jobs introdusse i “tre prodotti rivoluzionari” nella descrizione di cui sopra, non mostrò una diapositiva con tre strumenti. Quando parlava di ogni caratteristica (l’iPod con ampio schermo, il telefono mobile,e il mezzo per comunicare via Internet), appariva una slide con una immagine di ogni caratteristica.
Jobs rende inoltre molto visive le proprie slide. In nessun momento, nella sua presentazione, il pubblico vede slide a punti o con dati che intorpidiscono la mente. Un’immagine è tutto ciò che gli serve. La semplicità delle diapositive cattura l’attenzione del pubblico e la convoglia verso lo speaker, come dovrebbe essere. Le immagini sono memorabili, e, fatto più importante, fanno da complemento a chi parla. Troppo testo distrae dalle parole dell’oratore. Preparate slide che siano stimolanti dal punto di vista visivo e focalizzatevi su un solo punto chiave.
3. Aggiungi vivacità alla tua capacità oratoria
Jobs modula la voce per costruire l’entusiasmo. Quando apre la presentazione descrivendo i prodotti rivoluzionari di Apple creati nel passato, il suo volume è basso e lui parla lentamente, quasi con tono reverenziale. Il suo volume continua ad alzarsi fino a questa frase “Oggi Apple sta per reinventare il telefono”. Siate elettrizzanti variando la velocità con cui parlate e alzate e abbassate la vostra voce nei tempi appropriati.
4. Fai pratica
Jobs fa sì che le presentazioni sembrino senza sforzo perché non dà nulla per scontato. Jobs è noto per provare le dimostrazioni per ore prima di lanciare eventi. Posso citare molti manager di alto profilo che scelgono di andare allo sbaraglio. Si vede. Mi sorprende sempre che molti imprenditori spendano decine di migliaia di dollari per preparare presentazioni, ma poi non le provino. Non perdete il vostro pubblico. Provate una presentazione ad alta voce finché siete in grado di padroneggiarla.
5. Sii onesto e mostra entusiasmo
Se credete che il vostro particolare prodotto o servizio cambierà il mondo, ditelo. Divertitevi col contenuto. Durante il lancio dell’iPhone, Jobs usa molti aggettivi per descrivere il nuovo prodotto, fra cui “notevole”, “rivoluzionario”, e “ fantastico”. Scherza sul fatto che le caratteristiche di touch-screen “funzionano magicamente…e, ragazzi, l’abbiamo brevettato”.
Penso che chi parla in pubblico sia così spaventato di sovrastimare un prodotto da andare nella direzione opposta e rendere la presentazione noiosa. Se avete passione per un prodotto, un servizio, o una azienda, fatelo sapere a chi vi ascolta. Consentitevi di essere sciolti, di divertirvi, di esprimere il vostro entusiasmo!
Ora, per favore,non dite “Sembra bello, Carmine, ma io non sono carismatico come Steve Jobs." Jobs ha lavorato su questo ed è molto più bravo a presentare oggi che non molti anni fa. Abbiamo tutti spazio per crescere e migliorare il modo in cui parliamo di noi stessi e dei nostri prodotti. Buona fortuna!
Carmine Gallo è un coach di comunicazione di Pleasanton, California ed è autore dell’imminente libro, Fire Them Up! (Appassionateli) (John Wiley & Sons; Septtembre, 2007).
 
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postato da  Claudio Maffei alle  14:59 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



18 Set 2007
I guai vanno detti con umanità
Su Io Donna, femminile del Corriere della Sera, in edicola Sabato 15 settembre, Marina Terragni scrive:
Che il cielo benedica gli sceening di massa.
Salvano la pelle a un sacco di gente, e forse ce ne vorrebbero di più. Una lettera mi invita a sottopormi a mammografia di controllo, e io aderisco. Cinque giorni dopo sono fuori città per servizio. Sono molto allegra, è una bella giornata di sole. Squilla il telefono, è un’addetta dell’Asl. Serve un controllo supplementare. Cerco una panchina, devo sedermi. “Venga domani alle 12”.
“…Il fatto è che sono fuori” dico, un filo di voce. Spero mi dica: ma no, faccia con comodo. “Veda lei…” disapprova “Se vuole venire venerdì…”. “Può dirmi” domando “se avete visto qualcosa di serio?”. “Non sono un medico”. “E medici non ce n’è?”. “No, non ce n’è”. “La prego di comprendere” insisto. “Non sono nemmeno in città. Sono molto spaventata”. “Non posso dirle nulla. Se vuole chiami i medici. A questo numero”. Chiamo. Stavolta è un uomo. Neanche lui è medico: “Non so dirle nulla. Le lastre non sono qui”. “Non credo di farcela per domani. Sto lavorando”.

Le mie gambe e le mie braccia sono piene di spilli. “Direi che il lavoro può aspettare” mi dice l’uomo, severo. “Direi che certe cose contano più del lavoro”.
Il giorno dopo, ore 11.30, mezz’ora in anticipo, sono all’ospedale. Il sospetto “nodulino” che si intravedeva era solo un difetto della lastra. Il mio seno sta bene. Il cielo benedica gli screening di massa, perché se il nodulo ci fosse stato, e anche se non fosse stato benigno, avrei potuto curarmi con ottime probabilità di guarire.
Ma visto che si fa questo gran lavoro, mi chiedo – anzi, chiedo alla Asl - , visto che ci si mobilita per salvare delle vite, perché non fare un piccolo passo in più, curando anche la comunicazione con il paziente? Perché non si istruiscono meglio quelli a cui tocca il compito ingrato di richiamarti, affinché seguano un protocollo più accurato e più umano? Sono stata molto male, in quelle 26 ore, e la mia famiglia ha sofferto con me. Sono stata male anche nei giorni seguenti, lo spavento non va via subito. Questo non fa bene alla salute e neanche agli screening. Per noi esseri umani la relazione è importante. La relazione è tutto.
Vedi comuniconline
 
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postato da  Claudio Maffei alle  16:18 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



10 Set 2007
Vaffanculo day
Centinaia di migliaia di persone hanno aderito al V-Day (Vaffanculo Day) di Beppe Grillo, che si è svolto in piazza Maggiore a Bologna con propaggini in moltissime altre citta' italiane. L'artista genovese ha invitato a firmare a sostegno della proposta di legge ''Parlamento pulito'' contro la presenza in parlamento di politici condannati con sentenza definitiva. I punti chiave sono tre: nessun cittadino italiano potra' candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva o in primo e secondo grado, in attesa di giudizio finale; non sara' possibile essere eletti in Parlamento per piu' di due legislature, anche retroattivamente; infine, i parlamentari non saranno scelti dai segretari di partito, ma votati dai cittadini con la preferenza diretta. ''E' il trionfo dei miei Grilli incazzati ha dichiarato il comico. Basta gente che festeggia trent'anni di politica come se fosse un guinness dei primati, basta con i morti viventi''.
Durante il comizio spettacolo Grillo non ha risparmiato “vaffanculo” a nessuno. A destra e a sinistra. D’altra parte mandare al diavolo in modo volgare una persona, cioè dirgli pubblicamente «vaffanculo» non è offensivo. Almeno non da un punto di vista penale. È la Cassazione a dichiararlo, nella sentenza n. 27966, una decisione che ha già suscitato un mare di polemiche e di reazioni scandalizzate. All’origine del caso, un episodio da Strapaese degno delle liti di Peppone e don Camillo, il “vaffanculo” di un consigliere comunale di Giulianova all’indirizzo del vicesindaco che aveva evocato gli errori passati del comunismo durante una seduta del consiglio comunale, ben otto anni fa. Artefice dell’intervento ermeneutico-legale una donna, il giudice relatore Giuliana Ferrua, che nel testo della sentenza scrive pure una serie di altre espressioni che, “pur rappresentative di concetti osceni o a carattere sessuale sono diventate di uso comune e hanno perso il loro carattere offensivo, prendendo il posto nel linguaggio corrente di altre sempre meno utilizzate”. Ecco alcuni esempi: “Me ne fotto” in luogo di “Non mi cale”, “E’ un gran casino” in luogo di “E’ una situazione disordinata”. Insomma un po’ come per l’espressione “vaffanculo”, la quale – annota ancora la relatrice – “trasformatasi anche dal punto di vista strutturale (trattasi ormai di un’unica parola), viene frequentemente impiegata per dire “Non infastidirmi”, “Non voglio prenderti in considerazione" ovvero “Lasciami in pace".
Nonostante questa decisione della Cassazione dare dell'"azzeccagarbugli" o del "gaglioffo" a qualcuno è ancora diffamatorio. Il primo sta infatti per "manigoldo, delinquente, avvezzo alla sopraffazione", mentre azzeccagarbugli - nonostante la derivazione colta (Manzoni, nei Promessi sposi) - resta, a distanza di più di un secolo, sinonimo di "operatore del diritto di scarsa levatura morale, imbroglione, propenso a difendere i forti contro i deboli”.

E’ di meta’ agosto poi, la sentenza che assolve un cittadino per avere detto “Mi fai schifo”.
Perchè? Solo per aver usato la particella pronominale “mi” che sta a indicare un giudizio di tipo soggettivo. Se invece avesse detto “Fai schifo” sarebbe sicuramente stato condannato.
Mi chiedo…l’ordinamento giudiziario italiano non ha altro di meglio su cui sentenziare?


 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  15:44 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



3 Set 2007
Settembre, andiamo. E' tempo di migrare...
Settembre, andiamo. E' tempo di migrare…
Forse è un’abitudine che ho assimilato da bambino, ai tempi della scuola dell’obbligo, ma, ancora oggi considero il primo di settembre il mio vero capodanno!
Forse perché odio l’inverno e mi piacerebbe andare in letargo come gli orsacchiotti. Neppure il natale mi è mai piaciuto tanto o almeno non tanto da giustificare sei lunghi mesi freddi con le giornate corte.
Per me gli anni, da sempre, cominciano il primo di settembre e finiscono il 31 luglio.
L’agosto è una specie di limbo dove si vive una vita fasulla leggendo qualcosa in spiaggia sull’omicidio di Garlasco o sugli incontri di Telese. E’ il colmo che l’Italia si interessi tanto a cose come queste!
Io per fortuna avevo da finire il nuovo libro. Ora lo darò all’editore con la mente già rivolta alle presentazioni da fare in giro per l’Italia. Incontri, corsi, mani da stringere persone con le quali discettare di cose coltissime durante noiosissime cene rotariane.
Ma non sarà anche questo il mio Matrix?
Quest’estate ho conosciuto una persona meravigliosa.
In un paese dell’estremo Levante Ligure, a mezza costa, c’è una bella casa che si affaccia sul mare. Da lì si gode una magnifica vista sul golfo e la sera si sentono i grilli cantare. In quella pace, fra gli ulivi e le viti, vive un’anziana signora di quasi novantasei anni, lucidissima e in buona salute. Parla esclusivamente in dialetto ma riesce a comunicare meravigliosamente col suo sorriso, con la dolcezza della sua voce e dei suoi gesti. Vi assicuro che la lingua non costituisce affatto un problema. Ha una parola buona per tutti e sa godere di ogni momento della sua vita. Ai suoi nipoti e pronipoti racconta delle scorrerie saracene, che segnarono la storia della sua terra nel seicento, con una partecipazione emotiva impressionante. Sono passati alcuni secoli, ma il racconto è così vivo e così intriso di umana empatia che sembra di rivivere quegli episodi ora, in questo preciso istante. Rievoca episodi del proprio passato con una incredibile ricchezza di sentimenti. Eppure, le cose di cui parla ruotano intorno a pochi semplici concetti: il desiderio dei genitori di proteggere i propri figli, il dolore per la perdita delle persone care, l’amore e la fede in una Provvidenza che, alla fine, riesce a dare un senso ad ogni cosa. Nonna Angela non ha potuto frequentare l’Università, ha incominciato a lavorare la terra quando era molto giovane, ma ha fatto studiare le sue figlie e le ha cresciute con tutto il suo amore. Ha condiviso il suo segreto di felicità con molte persone che oggi la chiamano “Nonna” pur non essendo consanguinei e che hanno avuto l’opportunità di poterla avere come esempio.
Ah perché non son io co’ miei pastori?

 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  11:28 | aggiungi commento | commenti presenti [2]



29 Lug 2007
Via!
Carissimi,
questo e' l'ultimo pezzo, che scrivo prima della pausa estiva. E’ anche un intervento molto ridotto perche' mi scivolano le dita sulla tastiera dal caldo.
Spaparanzatevi, rilassatevi, dormite, mangiate bene, giocate, fate l'amore, coccolate i cani e i gatti, picchiate le zanzare, abbronzatevi, passeggiate, nuotate, guardate le stelle cadenti, allacciate nuove amicizie e nuovi amori, massaggiate e fatevi massaggiare, ridete, costruite castelli di sabbia... e soprattutto ritornate a fine agosto!!!
Buone vacanze a tutti
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  18:10 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



16 Lug 2007
La centesima scimmia
La scimmia giapponese Macaca Buscata è stata osservata allo stato selvaggio per più di trent’anni.
Nel 1952, sull’isola di Koshima, gli scienziati approvvigionavano le scimmie di patate dolci, lasciandole nella sabbia. Alle scimmie piacque il sapore delle patate crude dolci ma non lo sporco che c’era su di esse. Una femmina di diciotto mesi, di nome Imo, scoprì di poter risolvere il problema lavando le patate nel vicino corso d’acqua.
Essa insegnò questo trucco a sua madre. Anche i suoi compagni di gioco impararono questo nuovo modo e lo insegnarono anche alle loro madri.
Questa innovazione culturale fu gradualmente assimilata da diverse scimmie davanti agli occhi degli scienziati. Tra il 1952 e il 1958, tutte le scimmie giovani impararono a lavare le patate dolci piene di sabbia per renderle più appetibili. Solo gli adulti che imitavano i figli impararono questo miglioramento sociale. Altri adulti continuarono a mangiare le patate dolci sporche. Poi qualcosa di impressionante prese piede.
Nell’autunno del 1958, un certo numero di scimmie di Koshima lavavano le patate dolci (non si conosce il numero esatto).
Supponiamo che quando il sole sorse un giorno ci fossero 99 scimmie sull’isola di Koshima che avevano imparato a lavare le loro patate dolci. Supponiamo inoltre che più tardi, quel mattino, la centesima scimmia abbia imparato a lavare le patate.
A quel punto successe il fatto!
Alla sera quasi tutti nella tribù lavavano le patate dolci prima di mangiarle. L’energia aggiunta di questa centesima scimmia in qualche modo creò una breccia ideologica.
Ma notate questo. La cosa più sorprendente osservata da questi scienziati fu che l’abitudine di lavare le patate dolci saltò poi spontaneamente oltre mare! Colonie di scimmie su altre isole e la truppa di scimmie sull’isola maggiore Takasakiyama incominciarono a lavare le loro patate dolci.
 
Generale
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4 Lug 2007
Steve Jobs, ultima parte
La terza storia parla di morte

Quando avevo 17 anni, lessi un brano che diceva più o meno: "se vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo, prima o poi sarà l’ultimo veramente". Mi rimase impresso, e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato nello specchio ogni mattina e mi sono chiesto:"se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei veramente fare quello che sto facendo oggi?" E ogni volta che la risposta era "No" sapevo di aver bisogno di cambiare qualcosa.
Ricordare che morirò presto è stato lo strumento più importante. Mi ha consentito di fare le scelte più grandi della mia vita. Perchè praticamente tutto - tutte le aspettative, l'orgoglio, le paure di fallire - tutte queste cose semplicemente svaniscono di fronte alla morte, lasciandoci con quello che è veramente importante.
Ricordarsi che moriremo è il modo migliore che conosco per evitare la trappola di pensare di avere qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c'è nessun motivo per non seguire il vostro cuore.
Circa un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto una TAC alle 7.30 del mattino e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche cosa fosse un pancreas! I dottori mi dissero che si trattava sicuramente di un tipo di cancro incurabile, e che avrei avuto un'aspettativa di vita non superiore ai 3-6 mesi. Il mio dottore mi consigliò di andare a casa e di sistemare le mie cose, che è il messaggio in codice dei dottori per dirti di prepararti a morire. Significa che devi provare a dire ai tuoi bambini ogni cosa che pensavi di dirgli nei prossimi dieci anni. Significa che devi assicurarti che ogni cosa sia a posto, così che tutto sarà più facile per la tua famiglia. Significa che devi dire addio.
Ho vissuto con quella diagnosi in testa tutto il giorno. Più tardi, nel pomeriggio, mi è stata fatta una biopsia. Mi hanno infilato un endoscopio nella gola che è passato per il mio stomaco ed il mio intestino. Hanno messo un ago nel mio pancreas e hanno prelevato alcune cellule dal tumore. Ero sotto sedativi, ma mia moglie, che era lì, mi ha detto che quando hanno analizzato le cellule al microscopio i dottori si sono messi a piangere. Infatti si trattava di una rarissima forma di cancro pancreatico curabile con la chirurgia. Sono stato operato. Ora sto bene.
E' stata la mia esperienza più vicina alla morte e spero che rimanga tale per qualche decennio ancora. Avendola superata posso dirvi con certezza una cosa: Nessuno vuole morire. Neanche chi vuole andare in paradiso vuole morire per arrivarci prima. E nonostante tutto, la morte è la destinazione che condividiamo. Nessuno vi è mai sfuggito. E così deve essere.
Perchè la Morte è probabilmente l'unica, migliore invenzione della Vita. E' l'agente di cambiamento della Vita. Elimina il vecchio per far spazio al nuovo. Proprio adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo distante da oggi, diventerete gradualmente il vecchio che deve essere eliminato. Mi dispiace essere così drammatico, ma questa è la verità.
Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita che qualcun altro vuole per voi. Non lasciatevi intrappolare dai dogmi - che vuol dire vivere seguendo i pensieri di altri. Non lasciate che l’ opinione altrui faccia tacere la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore ed il vostro intuito. Loro sanno già quello che voi volete veramente diventare. Tutto il resto è secondario. Quando ero giovane, c'era un'incredibile pubblicazione chiamata The Whole Earth Catalog, che era una delle bibbie della mia generazione. Era stata creata da un tizio di nome Stewart Brand non troppo lontano da qui, a Menlo Park, e la portò alla luce con il suo tocco poetico. Stiamo parlando degli anni '60, prima dei computer e del desktop publishing, quindi era tutta fatta con la macchina da scrivere, le forbici e la Polaroid. Era una sorta di Google di carta, 35 anni prima della venuta di Google: era idealistico, e pieno di strumenti utili ed informazioni preziose. Stewart ed il suo gruppo pubblicarono molti numeri del Grande Catalogo Mondiale fino all'ultima edizione. Eravamo a metà degli anni '70 ed io avevo la vostra età. Sul retro di copertina dell'ultimo numero c'era la foto di una strada di campagna all'alba, quel tipo di strada sulla quale potreste trovarvi a fare l'autostop, se foste così avventurosi. Sotto c'erano queste parole "Siate affamati, siate assurdi". Questo era il messaggio di congedo. Rimanere affamato. Rimanere assurdo. Me lo sono sempre augurato. Ed ora, a voi, che state per laurearvi, io auguro solo questo:
Siate affamati. Siate assurdi.

 
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postato da  Claudio Maffei alle  12:10 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



29 Giu 2007
Steve Jobs, continua...
La seconda storia parla d'amore e di perdita

Sono stato fortunato - ho scoperto quello che amavo fare molto presto. Woz ed io fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo vent'anni. Lavorammo duro, e in 10 anni la Apple crebbe dai due che eravamo in un garage ad una società da 2 miliardi di dollari con più di 4000 impiegati. Avevamo appena creato il nostro miglior prodotto - il Macintosh – un anno prima, e io avevo appena compiuto 30 anni. E fui licenziato. Come si fa ad essere licenziato dalla compagnia che hai fondato? Beh, non appena la Apple si espanse assumemmo qualcuno che pensavamo fosse molto capace nel gestire l'azienda, e per il primo anno le cose andarono bene. Ma la nostra visione del futuro cominciò a divergere e alla fine decidemmo di rompere. Quando ci fu la rottura i nostri dirigenti decisero di stare dalla sua parte. Così, a trent'anni, ero fuori. Il centro della mia vita da adulto era completamente andato, sparito, è stato devastante. Non ho saputo che pesci pigliare per un po' di mesi. Sentivo di aver deluso la precedente generazione di imprenditori per aver mollato la presa. Incontrai David Packard e Bob Noyce per cercare di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Fu un fallimento pubblico, pensai addirittura di suicidarmi. Ma qualcosa, lentamente, si faceva luce in me.
Amavo ancora quello che avevo realizzato. L'inaspettato e repentino cambiamento alla Apple non aveva cambiato quello che provavo, neanche un poco. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Quindi decisi di ricominciare.
All'epoca non me ne accorsi, ma il mio licenziamento dalla Apple fu la cosa migliore che poteva capitarmi. Il peso del successo fu rimpiazzato dall'illuminazione di essere un principiante ancora una volta, con molta meno sicurezza su tutto. Questo mi liberò e mi consentì di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.
Durante i cinque anni successivi, fondai una società di nome NeXT, un'altra di nome Pixar, e mi innamorai di una meravigliosa donna che sarebbe poi diventata mia moglie.
Pixar finì per creare il primo film animato al computer della storia, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione più famoso al mondo. Apple, con una mossa notevole, acquisì NeXT, io tornai ad Apple, e la tecnologia che sviluppai con NeXT è oggi nel cuore dell'attuale rinascita di Apple. Laurene ed io abbiamo una stupenda famiglia.
Sono sicurissimo che niente di tutto ciò sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato da Apple. E' stato un boccone amarissimo da buttar giù, ma era la medicina di cui avevo bisogno. A volte la vita ti colpisce in testa come un mattone. Non perdete la fede. Sono convinto del fatto che l'unica cosa che mi ha consentito di proseguire sia stato l'amore che provavo per quello che facevo. Dovete trovare ciò che amate. E' questo è tanto vero per il vostro lavoro quanto per chi vi ama. Il lavoro riempirà gran parte della vostra vita e l'unico modo per essere veramente soddisfatti e quello di fare quello che pensate sia il lavoro migliore. E l'unico modo per fare il lavoro migliore è quello di amare quello che fate. Se non lo avete ancora trovato, continuate a cercare. Non vi fermate. Come tutti gli affari di cuore, lo saprete quando lo troverete. E, come nelle migliori relazioni, diventerà sempre migliore col passare degli anni. Quindi, continuate a cercarlo fino a quando non l'avrete trovato. Non fermatevi. (continua…)

 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  12:26 | aggiungi commento | commenti presenti [0]





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