10 Set 2008
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Ridere fa benissimo | |
“Risus abundat in ore stultorum:” il riso abbonda sulla bocca
degli stupidi, dicevano sempre i miei genitori e... a me... veniva tanto da ridere! Ho sempre riso molto, a scuola, con gli amici, nel lavoro. Per un po’ ho anche fatto l’autore per il cabaret e ho pensato di poter campare così. Poi, preso per fame, ho cominciato a fare il formatore. Ho cercato di trattenermi un po’, ma senza successo. Cosa vi devo dire? Mi veniva da ridere! Una buona battuta di spirito è, per me, talmente importante da non riuscire a trattenerla, a costo di perdere un’amicizia e perfino un lavoro. Il ridere è un segno di trasgressione, di disobbedienza. S m i t i z z a re, sovvertire le regole, dubitare di tutto ciò che è ovvio, serve da valvola di sicurezza per non pre n d e re nulla e soprattutto se stessi troppo seriamente. Un autore americano, Og Mandino, ha scritto: “Non dovrò d i v e n i re mai tanto importante, tanto saggio, tanto austero, tanto potente da dimenticare di ridere di me stesso e del mondo. In questo voglio rimanere per sempre bambino”. In effetti, io ero così anche da piccolo. Ho sempre cercato di far ridere tutti. Per tutti gli anni della scuola ho avuto otto in condotta, ma qualche pro f e s s o re mi ha confessato, in privato, di divertirsi come un matto con le mie invenzioni. Totò e Ollio sono stati, fin dall’infanzia, i miei attori preferiti. Cos’avranno mai avuto in comune? Forse la gestione del corpo, la fisicità. Erano così diversi! Eppure, nei loro film, ogni movimento era perfetto. Le mani, i piedi, le facce, erano talmente duttili da sembrare di gomma. Potrei rivedere centinaia di volte “Fra diavolo” o “Totò, Peppino e a malafemmina” e ogni volta divertirmi e ridere di gusto. Ma Totò era inimitabile. Infatti, oltre a snodarsi come un burattino, era maestro nel gioco di parole: “Signori si nasce e io lo nacqui”, “Una volta tandem”, “Tu prode! No, a me non mi prode!”, “Sei edotto? Sì, fanno quattordici”, “Parli come badi”, “Ogni limite ha una pazienza”, e si potrebbe andare avanti all’infinito. Ma il mio parrucchiere non è da meno, anche se lo fa in modo involontario: “Mia figlia vive in una villetta a scheda”, “È stata in vacanza a Milano Sabbia d’Oro”, “Catilina era la moglie di C i c e rone”, o addirittura “I figli di Adamo ed Eva erano Caino e Adele!”. Sono solo quelle che mi ricordo. Purtroppo non ho il coraggio di andare con un blocchetto e scrivermele; faccio già abbastanza fatica a stare serio. Hai bisogno di una bella risata? Clicca sull'immagine. Ridere fa benissimo ed è contagioso! Guarda il filmato su http://www.jacopofo.com/risata-contagiosa2 |
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postato da Claudio Maffei alle 11:29 | commenti presenti [1] |
COMMENTO BLOG |
postato da iris [ http://musicaepoesia39.spaces.live.com ] | 10 Set 2008 alle 20:02 |
Devo dire, che lei è da contaggio. Se legge il mio blog, (scrittura geroglifica) riderà tanto. Ma io assicuro sempre che nel mio angolo virtuale c è il cuore D.O.C. di altro non garantisco niente chissà ...forse diventerò come Totò.... .cambio sempre parole es macchia...diventa macchina...stelo telo..... c e un solo ....... per cui lì non rido mai....... e poi volevo aggiungere ridere e riso il passato di riso..... diventa timballo di riso. ok chiudo ........ il contaggio è molto alto. Buona serata. da iris |
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