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24 Nov 2007
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Relazioni personali e virtuali
L'altro giorno a New York Larry Foster, per 33 anni responsabile delle relazioni pubbliche della Johnson & Johnson, ha ricevuto dall'Institute for Public Relations , il più importante centro di ricerca mondiale delle relazioni pubbliche, il Premio Alexander Hamilton e ha pronunciato un discorso brevissimo, di straordinaria importanza e attualità che qui riproduco in versione italiana. Tutto da leggere e da imparare a memoria. E' breve
DISCORSO DI LARRY FOSTER IN OCCASIONE DELL'ASSEGNAZIONE DEL PREMIO ALEXANDER HAMILTON
Yale Club, New York City
16 novembre 2007
Sono stato sorpreso ed onorato quando ho ricevuto la telefonata di Frank Ovaitt per la Alexander Hamilton Medal. Quando si è stati nella professione per più di 50 anni e si è ormai fuori dal giro, è davvero gratificante essere ricordati. Un grazie sincero all'Istituto.
Cinquant'anni fa ho preso la saggia decisione di lasciare il giornalismo - ero redattore ‘notturno' del Newark News, allora il giornale a più larga diffusione del New Jersey – e sono entrato alla Johnson & Johnson per collaborare all'avvio del suo primo Ufficio Relazioni Pubbliche. Si trattava di una sfida alla quale non ho saputo resistere.
Per i successivi 33 anni mi sono sentito l'individuo più fortunato del mondo – e lo ero.
La straordinaria società di cui facevo parte è cresciuta di quaranta volte durante la mia permanenza.
Sin dall'inizio il Chairman/CEO ha stabilito che le RP dovevano riportare direttamente a lui – e così è ancora oggi.
Nel 1990 mi è succeduto Bill Nielsen e tre anni fa è toccato a Ray Jordan: dunque negli ultimi cinquant'anni solo tre di noi hanno occupato quella posizione. Nello stesso periodo ci sono stati cinque Chairmen, il che ci fa pensare che noi li logoriamo più di quanto loro non logorino noi.
Non c'è dubbio, comunque, che oggi si tratti di un mestiere diverso. E che mi porta all'unica considerazione che voglio condividere con voi.
Mi stupisco della quantità di tecnologia alla quale oggi avete accesso, ma ho anche una preoccupazione. Se condividerete con me questa preoccupazione, avrò bisogno del vostro aiuto – e della vostra immaginazione.
Immaginate che io abbia di fronte una grandissima bilancia, tipo quelle che si vedono nelle raffigurazioni della giustizia. Questa bilancia in alto ha un braccio dal quale pendono due grandi piatti sospesi a delle catene. Il vostro è il piatto di sinistra – che indichiamo con il 2007 – il mio è quello di destra – che indichiamo con il 1957.
Ora vi chiedo di sistemare sul vostro piatto, come per magia, tutti i vostri accessi a Internet, i vostri computer desktop e laptop. Poi i vostri Blackberry e Palm. Il vostro fax, fotocopiatrice e tutte le vostre potenzialità collegate alla televisione a colori – videotape, DVD, camcorder. Tutti i vostri telefoni cellulari e iPhone, eliminando così le segreterie telefoniche e i messaggi vocali – e includendo invece le e-mail.
(Mi pare di aver sentito una signorina seduta laggiù che diceva ‘non gli darò certo il mio cellulare', e l'ha nascosto sotto il tovagliolo).
L'altro piatto della bilancia è vuoto perché cinquant'anni fa non avevamo neppure uno di questi fantastici strumenti tecnologici. Potevamo contare solo su quello che chiamavamo Relazioni Personali. E allora mettiamo queste sul mio piatto della bilancia. Le Relazioni Personali.
Non intendo giudicare dove stia il punto di equilibrio – tra la tecnologia, che occupa la maggior parte del vostro tempo, e lo sviluppo di Relazioni Personali che, cinquant'anni fa, occupava la maggior parte del nostro tempo.
So che per il successo nelle Relazioni Pubbliche è fondamentale instaurare un sentimento di fiducia tra due persone, o due organizzazioni. E sono convinto che il modo migliore per generare fiducia sia una relazione personale – e non una e-mail.
E quindi vi chiedo: consentite al fascino che la tecnologia esercita su di voi – e sulla quale contate, di impedirvi di migliorare le vostre relazioni personali a lungo termine, così importanti per il vostro successo nelle relazioni pubbliche?
Le continue ondate di nuove tecnologie accelerano il ritmo del vostro lavoro e si aggiungono alla pressione per la mancanza del tempo necessario a fare tutto ciò che si vorrebbe. E' una sfida continua.
Ma questo vale anche per la costruzione di relazioni personali.
Con quante persone avete comunicato on line per anni, senza averle mai viste in faccia?
Ed è così che la tecnologia ha incrementato, in modo significativo, la vostra produttività, ma ha anche avuto un effetto paralizzante sulle vostre relazioni personali.
Sono fermamente convinto che il vostro successo nella professione sarà giudicato in base alla qualità delle vostre prestazioni, ma anche sulla vostra integrità e capacità di generare fiducia nelle relazioni con gli altri.
Se non tenete conto dell'importanza delle relazioni personali, private gli altri della possibilità di apprezzare la vostra qualità più rilevante, la vostra unicità come persona. E' ciò che vi distingue dagli altri.
Si tratta di prendere una decisione molto personale: consentire all'ondata di tecnologia di dominare la vostra vita professionale, o trovare il modo di usare la tecnologia, ma anche l'unicità che è in voi.
Spetta soltanto a voi decidere....
 
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postato da  Claudio Maffei alle  12:27 | commenti presenti [0]


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