28 Mar 2011
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Milton e l'aquila | |
“Un soldato camminava nella città semidistrutta dai bombardamenti, ovunque macerie, distruzione, morte…
continuando a camminare attraversa i resti di quello che una volta, prima della guerra, prima della distruzione, prima della follia umana, era uno Zoo. Un bellissimo giardino zoologico ricco di animali rari, esotici, stupendi. Il soldato continua a camminare: recinti distrutti, gabbie in pezzi… gli animali sopravvissuti erano fuggiti, i meno fortunati giacevano esanimi in balia del tempo. Ad un tratto il soldato si accorge di essere entrato in quella che era la riserva delle aquile: una grandissima voliera alta decine di metri… il soldato triste e confuso da tutta quella distruzione, si concede un momento per alzare lo sguardo verso la sommità della voliera: era aperta, la rete che la chiudeva era stata spazzata via. Il soldato continua a guardare in alto, verso il cielo che si staglia sopra la grande voliera, non curante dei possibili nemici che si nascondono tra le macerie e con grande sorpresa scorge un’aquila. Una delle aquile della voliera era sopravvissuta e volteggiava, volteggiava proprio lungo il bordo interno della voliera, all’altezza dove una volta c’era la rete di copertura. Ormai abituata a quell’altezza, la massima altezza che poteva raggiungere nella voliera, volteggiava ignara della possibilità di libertà che ora aveva… abituata a quell’altezza… abituata a quell’agire.” “La mia Voce ti accompagnerà” Milton H. Erikson Le nostre abitudini sono i nostri maggiori limiti. Impariamo a superarli, impariamo a guardare le possibilità che ogni giorno ci vengono date, impariamo a vedere le possibilità nascoste anche nei momenti più bui della nostra vita. |
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postato da Claudio Maffei alle 12:14 | commenti presenti [0] |
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