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15 Set 2011
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Contro il cinismo del siamo tutti uguali
L' altro giorno sono saltata sulla sedia ascoltando alla radio un intellettuale colto e d' avanguardia che diceva con voce calma e tranquilla: l' Italia è un Paese di ladri, tutti rubano. Ma anche tu sei italiano, avrei voluto dirgli, quindi ti dai del ladro da solo. Ma lui continuava imperterrito portando l' esempio dei grandi ladri che ci governano e che vengono denunciati per crimini miserabili di latrocinio quotidiano. Da questi passava ai piccoli ladri che tutti i giorni imbrogliano, mentono, emettono fatture false, rubano ai propri clienti e allo Stato. Il suo tono era rassegnato, come a dire: se tutti rubano il furto non è più una trasgressione ma una regola e come tale va accettata. Adeguiamoci alla norma e buonanotte. Tanto: mal comune, mezzo gaudio. Ma è davvero così? A me francamente sembra una logica aberrante, pericolosa e fatalistica, che tende al cinismo e all' immobilismo più bieco. Appena viene fuori la notizia di una grave trasgressione contro le regole dell' etica pubblica, subito si cerca un altro imbroglione dall' altra parte, per dimostrare che non esiste nel nostro Paese un comportamento lecito e leale. «Tanto siamo tutti uguali». L' onestà per costoro è un sogno infantile, le regole sono una cosa da gonzi, chi ha mangiato la foglia della saggezza sa che «da che mondo è mondo le cose vanno così». Chi si stupisce, chi pretende di applicare le regole, chi esige dai governanti un esempio di lealtà e incorruttibilità, è «un ridicolo buonista». Perché la realtà, dicono costoro, racconta che tutti imbrogliano, depredano, sottraggono, ingannano, dissimulano, rapinano. Il più forte contro il più debole, qualche volta in connivenza col più debole, felici che il male sia così diffuso da considerarlo la norma. Se veramente fosse così, dovremmo avere il coraggio di abolire per legge la verità, abolire l' onestà, abolire la solidarietà, abolire l' etica pubblica. Stabilire una volta per tutte che è civile sfruttare, mentire, rubare e imbrogliare. Chi non si adegua, magari chiuderlo in galera. In una società funzionante, ci si dovrebbe dispiacere nello scoprire ogni giorno un ladro, un truffatore, un predatore della Cosa pubblica. Invece ce ne rallegriamo perché così «siamo tutti nella stessa merda». Un cittadino onesto - questa è la logica - oltre a danneggiare se stesso danneggia gli altri, perché mette in evidenza chi traffica e imbroglia. Quindi dagli addosso: Cosa credi, che la verità sia un valore? Ma chi te l' ha detto? Non sai che la menzogna è la forma più alta di creatività personale? Non sai che imbrogliare il prossimo, ladroneggiare, vendere pan per focaccia sono le forme più diffuse dell' intelligenza globalizzata? Allora, sotto, e chi s' è visto s' è visto. È vero che spesso mancano i controlli, ma il primo controllo non dovrebbe venire dalla nostra coscienza? E cos' è la coscienza se non il sentimento dell' altro? E cos' è l' altro se non colui con cui si è stabilito un patto di convivenza civile, considerandolo nostro concittadino anziché un nemico o peggio un complice nel malaffare?
Dacia Maraini - Corsera
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  15:31 | commenti presenti [0]


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