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18 Set 2007
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I guai vanno detti con umanità
Su Io Donna, femminile del Corriere della Sera, in edicola Sabato 15 settembre, Marina Terragni scrive:
Che il cielo benedica gli sceening di massa.
Salvano la pelle a un sacco di gente, e forse ce ne vorrebbero di più. Una lettera mi invita a sottopormi a mammografia di controllo, e io aderisco. Cinque giorni dopo sono fuori città per servizio. Sono molto allegra, è una bella giornata di sole. Squilla il telefono, è un’addetta dell’Asl. Serve un controllo supplementare. Cerco una panchina, devo sedermi. “Venga domani alle 12”.
“…Il fatto è che sono fuori” dico, un filo di voce. Spero mi dica: ma no, faccia con comodo. “Veda lei…” disapprova “Se vuole venire venerdì…”. “Può dirmi” domando “se avete visto qualcosa di serio?”. “Non sono un medico”. “E medici non ce n’è?”. “No, non ce n’è”. “La prego di comprendere” insisto. “Non sono nemmeno in città. Sono molto spaventata”. “Non posso dirle nulla. Se vuole chiami i medici. A questo numero”. Chiamo. Stavolta è un uomo. Neanche lui è medico: “Non so dirle nulla. Le lastre non sono qui”. “Non credo di farcela per domani. Sto lavorando”.

Le mie gambe e le mie braccia sono piene di spilli. “Direi che il lavoro può aspettare” mi dice l’uomo, severo. “Direi che certe cose contano più del lavoro”.
Il giorno dopo, ore 11.30, mezz’ora in anticipo, sono all’ospedale. Il sospetto “nodulino” che si intravedeva era solo un difetto della lastra. Il mio seno sta bene. Il cielo benedica gli screening di massa, perché se il nodulo ci fosse stato, e anche se non fosse stato benigno, avrei potuto curarmi con ottime probabilità di guarire.
Ma visto che si fa questo gran lavoro, mi chiedo – anzi, chiedo alla Asl - , visto che ci si mobilita per salvare delle vite, perché non fare un piccolo passo in più, curando anche la comunicazione con il paziente? Perché non si istruiscono meglio quelli a cui tocca il compito ingrato di richiamarti, affinché seguano un protocollo più accurato e più umano? Sono stata molto male, in quelle 26 ore, e la mia famiglia ha sofferto con me. Sono stata male anche nei giorni seguenti, lo spavento non va via subito. Questo non fa bene alla salute e neanche agli screening. Per noi esseri umani la relazione è importante. La relazione è tutto.
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postato da  Claudio Maffei alle  16:18 | commenti presenti [0]


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