3 Mar 2007
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Intelligenza emotiva per manager di successo | |
Quali sono i fattori che portano una persona ad avere successo?
Di fronte a questa domanda forse in cima metteremmo:intelligenza vivace, carriera scolastica brillante, competenze professionali, classe sociale abbiente, fisico avvenente e qualche circostanza favorevole. Tutto vero, ma non basta. Pensiamo a una persona intelligente, brillante, competente, ma anche arrogante, irascibile, incapace di trattare con gli altri e di gestire le proprie emozioni. Non è sicuro che avrà successo, sono necessarie altre caratteristiche, quelle che Daniel Goleman definisce come “intelligenza emotiva”. L’intelligenza emotiva si fonda da un lato su competenze personali, legate al modo in cui controlliamo noi stessi, ci motiviamo e continuiamo a perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, gestiamo i nostri stati d'animo. Dall’altro lato, si fonda su competenze relazionali, legate al modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri. Tra queste, merita un’attenzione speciale l’empatia. Essere empatici significa far risuonare dentro di sé i sentimenti degli altri come se fossero i propri. È l'accettazione incondizionata degli stati d'animo così come vengono offerti nella relazione. Non possiamo discutere o negoziare il modo in cui gli altri provano un'emozione: possiamo discutere o disapprovare i comportamenti, ma non le emozioni sottostanti. Nell'essere empatici, accanto alla condivisione dei sentimenti, c'è anche la valorizzazione degli altri, che si manifesta nel credere nelle persone, nel mettere in risalto e potenziare le loro abilità, nel sostenere la loro autonomia, nel rispettare le loro diversità individuali, etniche e ideologiche, nell'utilizzare le differenze come opportunità al di là di ogni pregiudizio. La vera missione di un manager è sviluppare e gestire talenti, applicare quei talenti a tutto ciò che l’azienda fa, per il bene dei clienti, per creare partnership e profitto. Di tutto ciò si è discusso ieri con Alessandro Lucchini ( www.magiadellascrittura.it ) Paolo Iabichino e ottanta direttori e presidenti di banche! ( Si, banche, avete capito bene! ;-) ). |
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postato da Claudio Maffei alle 18:20 | commenti presenti [2] |
COMMENTO BLOG |
postato da Luca Cattoi [ http://www.lucacattoi.it ] | 5 Mar 2007 alle 18:34 |
Ridere spesso e di gusto; ottenere il rispetto di persone intelligenti e l’affetto dei bambini; prestare orecchio alle lodi di critici sinceri e sopportare i tradimenti di falsi amici; apprezzare la bellezza; scorgere negli altri gli aspetti positivi; lasciare il mondo un pochino migliore, si tratti di un bambino guarito, di un’aiuola o del riscatto da una condizione sociale; sapere che anche una sola esistenza è stata più lieta per il fatto che tu sei esistito. Ecco, questo è avere successo. (Ralph Waldo Emerson) Buona Settimana, Luca :) |
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postato da Roberta Collina (parolamia06) [ http://lodireicosi.splinder.com ] | 6 Mar 2007 alle 15:05 |
Tutto giusto, indubbiamente. Però penso anche che, prima di provare ad emozionare gli altri, occorra riuscire ad emozionare se stessi, trovare nelle proprie aspirazioni il gusto e il piacere di realizzarle, piangere di gioia, temere di non essere all'altezza, sfidarsi e superarsi ogni giorno un pò di più, non prendersi mai troppo sul serio, accettare di rinegoziare continuamente il proprio punto di vista in funzione di quello degli altri ma senza perdere per questo la propria identità. Perchè se dentro non riusciamo a trovare una "ragione emotiva" per noi stessi, difficilmente riusciremo ad offrire emozioni a qualcuno. |
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