26 Ott 2007
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Viva le metafore! | |
Quando Atene fioriva per le giuste leggi, l’eccessiva libertà sconvolse la cittadinanza e l’abuso infranse l'antico freno. Allora, mentre le fazioni politiche cospiravano tra loro, il tiranno Pisistrato occupò l'acropoli.
Poiché gli abitanti dell'Attica si lamentavano della triste oppressione - non perché fosse crudele, ma perché ogni peso è grave per coloro che non sono abituati - e avevano iniziato a interrogarsi, Esopo prese la parola e raccontò questa favola: "Le rane che vagavano libere nella palude chiesero con gran clamore a Zeus un re che con la sua autorità tenesse a freno i costumi dissoluti. Il padre degli dei rise e inviò loro un travicello, che piovve all’improvviso e con gran rumore nell'acqua dello stagno, terrorizzando la pavida stirpe. Il travicello giaceva immerso nel limo da un po’ di tempo allorché, per caso, una rana sporse silenziosamente il capo dallo stagno e, dopo aver osservato il re, chiamò tutte le altre a raccolta. Quelle, deposto ogni timore, a gara nuotarono verso di esso e la moltitudine gracidante iniziò a saltare sopra il legno. E, dopo averlo insozzato e dileggiato con ogni sorta di insulto, mandarono a Zeus un’ambasceria reclamando un altro re, poiché era inutile quello che era stato dato. Allora Zeus mandò loro un serpente che, con dente vorace, iniziò ad ucciderle una dopo l’altra. Invano, le rane cercarono di fuggire la morte, incapaci di reagire: la paura le rendeva mute. Le poche rane superstiti, afflitte, affidarono di nascosto a Hermes un'ulteriore missiva per Zeus affinché le soccorresse e le liberasse. “Poiché non voleste sopportare il vostro bene” - rispose Zeus - “ora subite il male”. "Anche voi, o cittadini," - concluse Esopo - "sopportate questo male affinché non ve ne capiti uno maggiore". Eh… un mio maestro mi ha detto, decine di anni fa, che le metafore non si spiegano mai! ;-) |
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postato da Claudio Maffei alle 13:20 | commenti presenti [0] |
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