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8 Feb 2007
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da Ansa 8 febbraio


IL NEW YORK TIMES FRA 5 ANNI SOLO SU INTERNET?
ROMA - L'editore del New York Times, uno dei più prestigiosi quotidiani del mondo, non è sicuro che fra cinque anni il suo giornale sarà ancora stampato, a causa della sfida posta da internet, ma ha detto di non preoccuparsene affatto. In un'intervista al quotidiano israeliano Haaretz, pubblicata oggi, Arthur Sulzberger - presidente del gruppo editoriale - spiega quali sono le prospettive del Nyt, che da quattro anni registra bilanci in rosso (la settimana scorsa, il gruppo ha dichiarato una perdita di 570 milioni di dollari causata da una sua testata, il Boston Globe).

"Non so davvero se fra cinque anni stamperemo ancora il Times e volete sapere una cosa? Neanche me ne importa", ha detto Sulzberger. La cosa fondamentale, ha spiegato, è concentrarsi su quale sia il modo migliore per governare la transizione dalla carta stampata a Internet. "Internet è un posto meraviglioso e su questo terreno noi siamo davanti a tutti", ha detto l'editore forte del raddoppio dei lettori del sito web del Nyt, salito al milione e mezzo di visitatori al giorno, contro l'1,1 milioni di abbonati all'edizione cartacea.

Sulzberger ha spiegato che il Nyt ha imboccato la strada al termine della quale il gruppo prenderà la decisione di non far più uscire il quotidiano stampato. E' un processo che ha portato di recente, ad esempio, a fondere i desk redazionali del giornale stampato e di quello online. E' anche un processo, ha spiegato Sulzberger - che deve fare i conti con le resistenze professionali, con la sfida della raccolta pubblicitaria e con le conseguenti pressioni degli inserzionisti, con la concorrenza dell'informazione capillare, incontrollabile, globale e gratuita dei blog, dell'adeguamento alle sempre nuove piattaforme tecnologiche su cui vengono veicolate le notizie.

 
Generale
postato da  luca cattoi alle  12:30 | commenti presenti [1]


COMMENTO BLOG


postato da   Alberto L. Beretta 15 Mar 2007 alle 22:06
Noi stessi, diciamo in Italia, avremmo duvuto già inventare e praticare un ben diverso giornalismo, diverso in quasi tutto. Gli strumenti ci sarebbero stati, già da tempo. Il quotidiano, per esempio, per molte ragioni, da tempo non ha più senso: è continuamente sconfitto dalle notizie in tempo reale della tv, prescindendo dalla valutazione di merito. Troppa carta, cioè alberi, cioè qualità dell'aria, sprecati. I periodici di approfondimento e di utilità, tipo inserzioni, invece, hanno sempre più senso. Ma anche loro dovrebbero essere stampati a posteriori, non a priori, su richiesta, per esempio in chioschi funzionanti a carta rigorosamente riciclata e riciclabile, magari di canapa. E di giornalisti ce ne vorrebbero di veri, non scribacchini lecchini di padrini e padroni, di destra e manca. Ma siamo un paese troppo bloccato, dove chi ha idee utili, coraggio, voglia di lavorare davvero viene temuto come un virus.
 




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