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31 Mag 2009
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Il virus del "quant'altro" mantra di chi la sa lunga
Onorevoli, senatori, ministri e quant’altro…
E quant’altro è diventata, come i virus, una di quelle locuzioni invasive che una volta entrate nell’orecchio sono difficili da debellare. Tipo a livello di e nella misura in cui degli anni ruggenti, tanto per intenderci.
Non cercatelo sul Devoto-Oli. Mentre lo troverete registrato, sin dal ’94, sullo Zingarelli, dove però viene segnalato timidamente quasi come una rarità.
Invece mesi fa ha cominciato Michela Vittoria Brambilla, ha proseguito Ignazio La Russa e questo uso, che i linguisti chiamano “plastismo” (una forma che si presenta spontaneamente alla ribalta della lingua con un marchio di novità pur non essendolo), nei dibattiti e nei talk show fino a inondare la sponda politica opposta, Di Pietro compreso.
Con l’avverbio assolutamente (della cui invadenza tempo fa parlava Beppe Severgnini) si contende il top delle frequenze lessicali televisive degli ultimi mesi.
E un po’ in fondo si somigliano nell’esigenza totalizzante.
“ E quant’altro” pronunciato alla fine di un breve elenco ha una pretesa inclusiva, stringe e insieme apre all’infinito: sta per “eccetera”, “e via dicendo”.
Ma mentre l’ ”eccetera” sembra liquidare, il “quant’altro” finge di puntualizzare, lascia intendere di saperla lunga specie se pronunciato con cipiglio burocratico-notarile.
E infatti, a quanto pare, l’espressione si è diffusa, prima che in politica nel linguaggio dell’amministrazione pubblica et similia (statuti, moduli, regolamenti), accompagnata però da un participio passato: “quant’altro ritenuto fonte di prova”, “quant’altro ritenuto necessario”.
Nella formulazione ellittica (caduto cioè il participio passato) finisce per risultare sospesa e per potenziare così la sua intenzione allusiva.
Immaginate una specie di “e ho detto tutto”.
Vi ricordate Peppino quando, non sapendo che cosa dire, fingeva di sottintendere chissà che?
Che i politici si stiano “peppinizzando”?
Da Corsera, Paolo Di Stefano
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  11:32 | commenti presenti [0]


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