3 Set 2009
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Una questione di prospettiva | |
Sapevo che era una questione di prospettiva.
Ogni volta che la visione del mondo si rimpicciolisce, i nostri problemi o i nostri mali ci paiono importantissimi, la nostra morte orribile, impensabile. Se la visione si allarga e si riesce a vedere il mondo nella sua interezza e magnificenza, il nostro stato, pur penoso che sia, diventa parte di quella vastità, di quell’eterno, naturale arrovellarsi dell’uomo. Me ne accorgevo accendendo la televisione o andando al cinema: se vedevo un film sciocco mi deprimevo; i dolori alla pancia o allo stomaco mi parevano terribili. Se vedevo invece un bel film, come l’edizione restaurata delle Notti di Cabiria di Fellini, tutto ciò che mi stava succedendo mi pareva un’espressione di quel “mondo grande e terribile” di cui il vecchio monaco tibetano parla al giovane Kim di Kipling: un episodio di una bella storia. Io, marginale. Per questo l’arte, quella vera, quella che ci viene dall’anima, è così importante nella nostra vita. L’arte di consola, ci solleva, l’arte ci orienta. L’arte di cura. Noi non siamo solo quel che mangiamo e l’aria che respiriamo. Siamo anche le storie che abbiamo sentito, le favole con cui ci hanno addormentati da bambini, i libri che abbiamo letto, la musica che abbiamo ascoltato e le emozioni che un quadro, una statua, una poesia ci hanno dato. Tiziano Terzani “Un altro giro di giostra” |
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postato da Claudio Maffei alle 17:48 | commenti presenti [0] |
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