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13 Nov 2009
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Giornata mondiale della gentilezza
Il tasso di gentilezza di un popolo si misura al volante. Considerato che negli ultimi 12 mesi 28 milioni di italiani hanno litigato ferocemente su questioni di trafficologia varia, il nostro sarebbe intorno all'11%. Pochino. Se poi andiamo allo stadio scende al 7, per non parlare dei talk show. E il grido di dolore attraversa i blog: «Dov'è finita la gentilezza?». Se non morta, moribonda, ko.

Si lamenta Caudio Risè, che insegna Psicologia dell'educazione a Milano: «Migliaia di durezze, di sguardi taglienti e di commenti secchi hanno preso il posto dei sorrisi, delle battute cordiali, delle occhiate sorridenti». Si lamenta Beppe Severgnini su «Italians»: «La gentilezza, fino a qualche tempo fa, era il nostro marchio di fabbrica, e attirava più turisti di Venezia e del Colosseo. Non so cosa ci stia succedendo». Si lamentano in tanti, come Francesca Visentin, che ha depositato in Rete il suo diario di ordinarie scortesie ricevute. «In coda al semaforo ci metto tre secondi in più a ripartire e il gentiluomo dietro è già pronto a strombazzare il clacson come un ossesso». «Sto entrando a parcheggiare dopo averne diligentemente segnalato l'intenzione, mettendo la freccia, e dal lato opposto s'inserisce sgommando un Suv. Il gentiluomo alla guida, avvertito che c'ero prima io, se ne va bestemmiando». L'elenco è ancora lungo e c'è da complimentarsi per i nervi saldi della signora.

Ma tutto questo potrebbe cambiare. Merito di una pacifica crociata contro l'esercito degli Arrabbiati Cronici. Oggi, 13 novembre, Giornata Mondiale della Gentilezza, tutti sono invitati (gentilmente), a comportarsi meglio. Un libro guida? «Elogio della gentilezza», di Adam Phillips e Barbara Taylor. Un esercizio? Su www.helpothers.org è possibile esibirsi in atti anonimi di gentilezza e firmarli con una speciale cartolina scaricata dal sito. Chi la trova sarà incoraggiato a ricambiare. La gentilezza - dicono gli psicologi - è più contagiosa dell'influenza. Basta cominciare. C'è chi l'ha fatto, uscendo dalla logica «gentile=perdente», «aggressivo=vincente», che è alla base di moltissima infelicità e sciagurato marketing.

Il «World Kindness Movement» (Movimento Mondiale per la Gentilezza), nato a Tokyo nel 1988, esportato in America con successo, dove ha sviluppato un'imponente manualistica, raggruppa oggi 18 nazioni e in Italia, (unico avamposto europeo, a parte la Scozia) ha sede dal 2000 a Parma, dove l'Automobil Club espone il Manifesto della Gentilezza e suggerisce ai soci di praticarla. Il sito www.gentilezza.it (posta: info@gentilezza.it) invita a segnalare gli atti meritori e a diffondere il Verbo. Il presidente del Movimento, Giorgio Aiassa, sostiene simpatiche iniziative a scuola e in città. Per esempio, Anna Maria Ferrari, una delle menti dell'associazione, ha avviato con gli studenti di Parma il progetto «Diario della gentilezza», che si concluderà a maggio del 2010. Con un meccanismo molto simile a quello del Grande Fratello: ci saranno nomination, eliminazioni e un vincitore, ovviamente gentilissimo.

Non mancano esempi autorevoli, dal Dalai Lama, Nobel per la pace nel 1989, che invita a una «politica di gentilezza» (e sarebbe ora), a Renato Brunetta. Il ministro per la Pubblica Amministrazione ha appena annunciato: «Normerò l'obbligo della gentilezza e della cortesia nei confronti dei cittadini». E già il sindacalista Carlo Podda ribatte: «Chissà se con l'occasione il ministro riuscirà a “normare” la sua, di gentilezza...». Per fortuna c'è il cantautore-mito Claudio Baglioni. Sostiene che «la gentilezza è rivoluzionaria» e, da un link all'altro, questa è diventata una delle frasi-manifesto del Movimento. Rivoluzionaria e contagiosa. L'invito dilaga, ma quanti lo seguiranno? Serve aiuto? Su www.esseregentili.it (contatti: info@esseregentili.it) trovate stimoli culturali, citazioni di Madre Teresa, Siddharta, Lao Tze, su Girlpower un piccolo manuale di carinerie quotidiane: «In ascensore, non restate in silenzio; se arriva un nuovo vicino di casa, dategli il benvenuto; se fate lavori in casa mettere un cartello in cui vi scusate per i disagi; in treno, aiutate chi ha troppi bagagli da scaricare».

E via di seguito, per arrivare a 13 semplici idee, perfette dal 13 in poi. La gentilezza, oltretutto, fa bene alla salute. Collegatevi con www.actsofkindness.org, leggete i risultati delle ricerche e sorridete. «Per quanto piccolo, nessun atto di gentilezza è sprecato» (l'ha detto Esopo). Pensateci, in mezzo al traffico.

la stampa.it
 
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postato da  Claudio Maffei alle  16:40 | commenti presenti [0]


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