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18 Giu 2007
Discorso di Steve Jobs agli universitari
Questo è il testo del discorso di Steve Jobs, fondatore di Apple Computer e Pixar Animation studio, in occasione della consegna dei diplomi di laurea celebrata a Stanford.

Sono onorato di essere con voi oggi per la vostra laurea in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Ad essere sincero, questa è la cosa più vicina ad una laurea, per me.
Oggi voglio raccontarvi tre storie che mi appartengono. Tutto qui. Niente di particolare. Solo tre storie.

La prima storia parla di unire i puntini.

Ho smesso di frequentare il Reed College dopo i primi 6 mesi, ma ci sono rimasto per altri 18 mesi prima di lasciarlo definitivamente. Perchè lo feci?
Tutto cominciò prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studente universitaria nubile e decise di darmi in adozione. Sentiva nel suo cuore che io dovessi essere adottato da un laureato, così venne preparata la mia adozione, alla nascita, per un avvocato e sua moglie. Solo quando vidi la luce questi decisero, all'ultimo momento, che avrebbero preferito una bambina. Quindi i miei genitori, che erano in lista d'attesa, vennero chiamati nel mezzo della notte da una voce che chiedeva: "Abbiamo un bambino indesiderato, lo volete?" Essi dissero: "Certo". Mia madre biologica scoprì in seguito che mia madre non si era mai laureata e che mio padre non aveva neanche il diploma di scuola superiore. Rifiutò di firmare i documenti per l'adozione. Accettò, riluttante, solo qualche mese dopo quando i miei genitori promisero che un giorno sarei andato all'università.
17 anni dopo andai all'università. Ma ingenuamente scelsi un istituto universitario costoso quanto Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori lavoratori furono spesi per la retta. Dopo sei mesi non riuscivo a vederne l'utilità. Non avevo idea di cosa fare nella vita e nessun indizio su come l'università avrebbe potuto aiutarmi a capirlo. Così spesi tutti i soldi che i miei genitori avevano risparmiato in un'intera vita di lavoro. Decisi di non seguire il piano di studi obbligatorio, confidando nel fatto che tutto si sarebbe sistemato. Ero molto spaventato da quella decisione, ma col senno di poi, sarebbe stata una delle migliori decisioni che avessi mai preso. Nel momento in cui scelsi un piano di studio personalizzato avevo la possibilità di ignorare le lezioni che non mi interessavano e di scegliere quelle che mi apparivano più interessanti.
Non era per niente romantico. Non avevo una stanza al dormitorio, così dormivo sul pavimento in stanze di amici. Restituivo vuoti di cocacola per i 5 centesimi di deposito e ci compravo da mangiare, mi facevo più di 10 chilometri a piedi attraverso la città, ogni domenica notte, per avere un pasto a settimana al tempio degli Hare Krishna. Che bello! Tutto quello in cui inciampai semplicemente seguendo la mia curiosità ed il mio intuito si rivelò in seguito di valore inestimabile.
Per esempio:
il Reed College all'epoca offriva quello che era probabilmente il miglior corso di calligrafia del paese. In tutto il campus, ogni manifesto, ogni etichetta su ogni cassetto, era meravigliosamente scritto a mano. Decisi di prendere lezioni di calligrafia. Appresi la differenza tra i tipi di caratteri con grazie e senza grazie. Imparai l'importanza della variazione dello spazio tra combinazioni diverse di caratteri. Mi insegnarono quali elementi fanno della tipografia, una grande tipografia. Era affascinante: si trattava di storia, bellezza ed arte, cose che la scienza non può catturare.
Niente di tutto ciò aveva la benchè minima speranza di una qualunque applicazione nella mia vita. Ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Macintosh, tutto mi tornò utile. E lo mettemmo interamente nel Mac. Era il primo computer che curasse la tipografia. Se non avessi mai scelto quel corso, al college, il Mac non avrebbe mai avuto font proporzionali e font a larghezza fissa. E siccome Windows ha copiato il Mac, è probabile che nessun computer li avrebbe avuti. Se non avessi scelto di interrompere il piano di studi obbligatorio non avrei scelto quel corso di calligrafia ed i personal computer avrebbero potuto non avere la stupenda tipografia che hanno ora. Era ovviamente impossibile unire i puntini guardando al futuro mentre ero al college e capire in cosa si sarebbe concretizzato. Ma la realizzazione era estremamente chiara, guardandomi alle spalle, dieci anni dopo.
Ve lo ripeto, non puoi unire i puntini guardando al futuro, puoi connetterli in un disegno, solo se guardi al passato. Dovete quindi avere fiducia nel fatto che i puntini si connetteranno, in qualche modo, nel vostro futuro. Dovete avere fede in qualcosa - il vostro intuito, il destino, la vita, il karma, quello che sia. Questo approccio non mi ha mai deluso e ha fatto la differenza nella mia vita. (continua…)
 
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postato da  Claudio Maffei alle  09:03 | aggiungi commento | commenti presenti [1]



9 Giu 2007
“Le relazioni virtuose” secondo in classifica!
Nel numero di giugno della rivista Business People, a pagina 128, il giornalista Franco Toscano, titolare della rubrica “Leggere” elenca nel “podio di giugno” i tre libri di economia e management più venduti alla libreria Hoepli di Milano, la più importante d’Italia in questo settore
( www.hoepli.it )
1° John Kotter – Holger Rathgeber Il nostro iceberg si sta sciogliendo – Sperling & Kupfer
2° Claudio Maffei – Le relazioni virtuose –Falzea
3° Stuart Crainer Des Dearlove – Il grande libro dei Guru – Etas.
La prima reazione, quando il mio amico Paolo Iabichino mi ha avvisato, è stata quella del terzino Fabio Grosso l’anno scorso ai mondiali.
Appena eliminata la Germania in casa sua, con un sinistro a rientrare, ha gridato alle
telecamere:”Non ci credo!”. Io ho più o meno reagito nello stesso modo e sono andato in edicola per controllare. Tutto vero. Che dire?
Grazie a Franco Toscano e a Business People, grazie alla libreria Hoepli ma, più ancora, grazie a tutti voi lettori di questo sito, dei miei libri e ai discenti dei corsi di Comunico che mi avete stimolato con domande importanti e aiutato a mettere a punto alcune idee originali.
Ogni giorno mi arrivano e-mail e i contatti crescono in modo esponenziale ma…trovarsi così, senza saperlo, in vetta ad una classifica, sia pure di nicchia, è una bella soddisfazione!
E ora un annuncio. Se mi sacrifico un po’ nel mese di agosto e dedico giornalmente qualche ora alla correzione delle bozze, nel gennaio del 2008 uscirà il nuovo libro dal titolo “Pensieri, Parole, Stati d’animo”. Forse riesco a convincere il mio editore, Paolo Falzea, a fare un lancio natalizio riservato ai lettori di questo sito. Chi vorrà, potrà regalarselo o regalarlo per Natale, con un mese di anticipo sull’uscita nelle librerie. E’ il seguito ideale di “Le relazioni virtuose”. A presto!





 
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postato da  Claudio Maffei alle  16:37 | aggiungi commento | commenti presenti [1]



1 Giu 2007
Se vieni offeso, ti senti ferito?
Una sciocchezza ci consola, perché è una sciocchezza che ci rattrista. Blaise Pascal

Oggi affrontiamo la “Political correctness”.
Questo concetto presume che la cosa peggiore che possiamo fare sia offendere qualcuno.
Un mucchio di persone si sentì offesa quando Galileo ipotizzo che la Terrà ruotava attorno al Sole.
Molte persone si sentirono offese da Picasso perché, nei suoi ritratti, gli occhi occupano un posto diverso da quello che la natura ha assegnato loro. Molte persone si sono sentite offese da Rosa Parkes quando, in Alabama, si è rifiutata di sedere sul retro di un pullman solo a causa del colore della sua pelle.
Vedi, tutti sono offesi da qualcosa. Uno scherzo, una trasmissione televisiva, una canzone, un’idea… Qualcuno sta per sentirsi offeso da qualcosa. E offendere è ben diverso dal far male…
La “Political correctness” cerca di proteggerci da noi stessi, ma a che cosa dobbiamo rinunciare!
Al senso dell’umorismo, al romanticismo, al senso del gioco. Rinunciamo al coraggio di essere diversi, di pensare in modo diverso dagli altri.
Alfred Molina nella serie televisiva Ladies Mann




 
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postato da  Claudio Maffei alle  09:21 | aggiungi commento | commenti presenti [1]



27 Mag 2007
Mail che gira in rete
Mail che gira in rete.. Ah ah ah ( www.managerzen.it )
"Dicono che tutti i giorni dobbiamo mangiare una mela per il ferro e una banana per il potassio. Anche un´ arancia per la vitamina C e una tazza di té verde senza zucchero, per prevenire il diabete. Tutti i giorni dobbiamo bere due litri d´ acqua (sí, e poi pisciarli, che richiede il doppio del tempo che hai perso in berteli). Tutti i giorni bisogna mangiare un Actimel o uno yogurt per avere i 'L. Cassei Defensis', che nessuno sa bene che cosa cavolo sono, peró sembra che se non ti ingoi per lo meno un milione e mezzo di questi bacilli (?) tutti i giorni, inizi a vedere sfocato.
Ogni giorno un´aspirina, per prevenire l´infarto, e un bicchiere di vino rosso, sempre contro l´infarto. E un altro di bianco, per il sistema nervoso. E uno di birra, che giá non mi ricordo per che cosa era. Se li bevi tutti insieme, ti puó dare un´ emorragia cerebrale, peró non ti preoccupare perché non te ne renderai neanche conto. Tutti i giorni bisogna mangiare fibra. Molta, moltissima fibra, finché riesci a cagare un maglione. Si devono fare tra i 4 e 6 pasti quotidiani, leggeri, senza dimenticare di masticare 100 volte ogni boccone. Facendo i calcoli, solo in mangiare se ne vanno 5 ore. Ah, e dopo ogni pranzo bisogna lavarsi i denti, ossia che dopo l´ Actimel e la fibra lavati i denti, dopo la mela i denti, dopo il banano i denti... e cosí via finché ti rimangono dei denti in bocca, senza dimenticarti di usare il filo interdentale, massaggiare le gengive, il risciacquo con Listerine... Meglio ampliare il bagno e metterci il lettore di CD, perché tra l´ acqua, le fibre e i denti, ci passerai varie ore lí dentro. Bisogna dormire otto ore e lavorare altre otto, piú le 5 necessarie per mangiare, 21. Te ne rimangono 3, sempre che non ci sia traffico. Secondo le statistiche, vediamo la tele per tre ore al giorno. Giá non si puó, perché tutti i giorni bisogna camminare almeno mezz´ ora (per esperienza: dopo 15 minuti torna indietro, se no la mezz´ora diventa una) Bisogna mantenere le amicizie perché sono come le piante, bisogna innaffiarle tutti i giorni. E anche quando vai in vacanza, suppongo.
Inoltre, bisogna tenersi informati, e leggere per lo meno due giornali e un paio di articoli di rivista, per una lettura critica. Ah!, si deve fare sesso tutti i giorni, peró senza cadere nella routine: bisogna essere innovatori, creativi, e rinnovare la seduzione. Tutto questo ha bisogno di tempo. E senza parlare del sesso tantrico (al rispetto ti ricordo che bisogna lavarsi i denti dopo che si mangia qualsiasi cosa!). Bisogna anche avere il tempo di scopar per terra, lavare i piatti, i panni, e non parliamo se hai un cane o... dei FIGLI???
Insomma, per farla breve, i conti mi danno 29 ore al giorno. La unica possibilitá che mi viene in mente é fare varie cose contemporaneamente. Per esempio: ti fai la doccia con acqua fredda e con la bocca aperta cosí ti bevi i due litri d´ acqua. Mentre esci dal bagno con lo spazzolino in bocca fai l´amore (tantrico) al compagno/a, che nel frattempo guarda la tele e ti racconta, mentre tu lavi per terra. Ti é rimasta una mano libera? Chiama ai tuoi amici! E ai tuoi! Bevi il vino (dopo aver chiamato i tuoi ne avrai bisogno). Il BioPuritas con la mela te lo puó dare il tuo compagno/a, mentre si mangia la banana con l´Actimel, e domani fanno cambio. E meno male che siamo cresciuti, se no dovremmo trangugiare un ALPINITO Extra Calcio ttti i giorni. Uuuuf! Peró se ti rimangono due minuti liberi, invia questo messaggio ai tuoi amici (che bisogna innaffiare come una pianta) mentre mangi una cucchiaiata di Total Magnesiano, che fa un mondo di bene. Adesso ti lascio, perché tra lo yogurt, la mela, la birra, il primo litro d´ acqua e il terzo pasto con fibra della giornata, giá non so piú cosa sto facendo peró devo andare urgentemente al cesso. E ne approfitto per lavarmi i denti..."

 
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postato da  Claudio Maffei alle  14:20 | aggiungi commento | commenti presenti [2]



23 Mag 2007
Cogliete l'attimo, ragazzi
Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo.
Ci teniamo tutti a essere accettati, ma dovete credere che i vostri pensieri siano unici e vostri, anche se ad altri sembrano impopolari, anche se il gregge dice:” Non è beeee”.
Come ha detto Frost : “Due strade trovai nel bosco e io, io scelsi quella meno battuta. Ed è per questo che sono diverso”.
Solo nei sogni gli uomini sono davvero liberi: è da sempre così e così sarà per sempre.
Cogli l’attimo, cogli la rosa quand’è il momento: perché il poeta usa questi versi? Perché siamo cibo per i vermi, ragazzi. Perché, strano a dirsi, ognuno di noi in questa stanza un giorno smetterà di respirare, diventerà freddo e morirà. Adesso avvicinatevi tutti, e guardate questi visi del passato: li avete visti mille volte, ma non credo gli abbiate mai guardati. Non sono molto diversi da voi, vero? Stesso taglio dei capelli, pieni di ormoni come voi, e invincibili, come vi sentite voi. Il mondo è la loro ostrica, pensano di essere destinati a grandi cose, come molti di voi. I loro occhi sono pieni di speranza: proprio come i vostri. Avranno atteso finché non è stato troppo tardi per realizzare almeno un briciolo del loro potenziale? Perché, vedete, questi ragazzi ora sono concime per i fiori. Ma se ascoltate con attenzione, li sentirete bisbigliare il loro monito. Coraggio, accostatevi! Ascoltate! Sentite? Carpe diem, cogliete l’attimo, ragazzi, rendete straordinaria la vostra vita.
Peter Weir - L’attimo fuggente. Trascrizione dal film

 
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postato da  Claudio Maffei alle  10:58 | aggiungi commento | commenti presenti [3]



15 Mag 2007
Modelli limitanti
Commemorando Paul Watzlawick, su questo blog, il 10 aprile scrissi “ognuno di noi costruisce ciò che poi subisce”. Un lettore, Luigi Poderico, mi scrive: sarebbe affascinante approfondire questo concetto, a che cosa si riferisce precisamente? E’ il subisce che mi lascia perplesso, perché l’uso di un termine negativo?
Allora spiegai che il mio approccio è più bio-chimico che psicologico. I pensieri che facciamo influiscono sulle sensazioni che proviamo, che a loro volta agiscono sulla chimica del nostro cervello e del nostro corpo. Ci rinchiudiamo all’interno dei limiti della nostra stessa mente, limiti che sono costituiti dalle nostre convinzioni, dai nostri pensieri e dalle nostre sensazioni.
Torno oggi da Zurigo dove ho trascorso cinque giorni intensissimi con Richard Bandler e butto giù queste riflessioni a caldo, per approfondire l’argomento.
Gli schizofrenici hanno un modello del mondo molto piccolo e si arrabbiano se le persone non si adeguano al loro modello del mondo.
E’ strano ma molte persone pensano che sia più importante avere ragione che essere felici.
Questo è pazzesco! L’unica cosa importante è essere in grado di uscire dal proprio modello del mondo. Quando diamo eccessivo potere alle nostre convinzioni queste convinzioni possono farci soffrire.
Le persone metodiche sono le più esposte alla sofferenza.
Bisogna smetterla una volta per tutte di stare dentro alle nostre convinzioni negative. Un modo ideale è ridere delle cose che ci fanno star male. Ma chi sa veramente usare l’autoironia?
I peggiori in questo senso sono i “precisini” e i “capi”.Queste persone sono troppo analitiche, vogliono avere il controllo di tutto e così stanno male. I grandi capi delle multinazionali mi chiamano per farli lavorare meglio e, poi, mi dicono cosa devo fare con loro, perché sono abituati a comandare.
Anche gli insegnanti, spesso, sono troppo impegnati a dare i voti alle persone e si dimenticano di insegnare loro nuove possibilità.
I medici come gli insegnanti sono troppo impegnati a fare delle diagnosi, a dare dei nomi alle cose che affliggono le persone, per poi dar loro delle medicine.
Hai questo…zac…devi prendere questo.
Gli psicologi invece pensano che gli uomini siano molto complicati. Invece sono mooolto semplici!
La necessità spesso è la madre della capacità e della creatività. Ogni giorno incontro persone che mi dicono: cosa pagherei per parlare bene l’inglese! In Brasile, a Salvador de Bahia, ho incontrato un bambino che sapeva cinque lingue e gli ho chiesto: Come le hai imparate? Mi ha risposto le ho imparate per chiedere soldi! Semplice no?
Richard Bandler insegna alle persone a essere “libere”. Il contrario di essere “libero” non è essere “prigioniero” ma è essere “ostinato”. Le persone ostinate sono come gli schizofrenici.
Tutto, anche loro stessi, deve funzionare secondo la loro mappa del mondo.
Einstein ha cambiato le leggi dell’universo perché quando era bambino e a scuola gli dicevano: “queste sono le regole dell’universo”, lui diceva: bah… può darsi ma… non ci credo!
Quando una persona è diversa bisogna insegnargli le cose in modo diverso, la cosa peggiore è etichettare le persone. Etichettare è fare una diagnosi. Nessuno è qualcosa. Perché “è” è statico, e così non puoi cambiarlo. E’ paranoico, è schizofrenico.
Bisogna dimenticare le regole. I modelli limitanti. Provare cose nuove è forse la cosa più bella che possiamo fare. Ma le nostre convinzioni spesso ci impediscono di farlo.
Il fatto che uno provi paura anche solo immaginando di trovarsi di fronte a un serpente significa che la paura non ha nulla a che vedere con il serpente, ma sta solo nel cervello della persona.
Le nostre convinzioni limitanti ci mettono addosso un sacco di stupide paure che diventano vere e proprie catene che ci rendono prigionieri. Le uniche paure “naturali” sono la paura di cadere (del vuoto) e quella dei rumori forti. Tutte le altre ci sono state indotte e sono solo nella nostra mappa o modello del mondo.
 
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postato da  claudio maffei alle  14:58 | aggiungi commento | commenti presenti [1]



5 Mag 2007
Il teatro è una palestra eccellente
Il teatro è una palestra eccellente, far teatro vuol dire, anzitutto saper comunicare, fare arrivare quello che dici a quelli che ti stanno davanti. Senza fartene scappare neanche uno, senza perdere mai la loro attenzione. Che poi è quello che dovrebbe fare, e tanto spesso non fa, la scuola…ma per far scattare questo straordinario contatto bisogna saper innescare curiosità e complicità, stimolare l’immaginazione, e poi lasciar entrare l’altro nel discorso, spingendolo a partecipare, a completarlo insieme. Il bravo attore e il bravo insegnante hanno molto in comune. Nessuno dei due deve stare in cattedra, pretendere di essere nel giusto. Lasciamo ai papi il pontificare. Molto più divertente ed efficace, invece, è mettere in discussione le proprie tesi. Se un maestro o un attore danno la sensazione di sparare verità assolute, già conchiuse, chi sta loro davanti sbadiglia. Le tesi, per essere assimilate, vanno verificate insieme, magari modificate…allora sì che il gioco si fa interessante.
Nel realizzare i miei lavori ho sempre cercato di mettere in atto questi principi, soprattutto quello di non definire mai una commedia come conclusa, ma anzi concepirla aperta, spalancata a continue variazioni, sera dopo sera, a seconda di quello che offriva la cronaca e chiedeva la platea che ci stava davanti. In questo modo ogni volta lo spettacolo risulta nuovo, diverso. Io non mi annoio e non si annoia il pubblico.
Dario Fo
Il mondo secondo Fo-Guanda
 
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postato da  claudio maffei alle  12:16 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



23 Apr 2007
Questa volta fatemi parlare dell'Inter!
Ebbene si, lo ammetto, sono andato anch’io in piazza a godermi la festa nerazzurra che inondava il centro, davanti al Duomo, in Galleria, in corso Vittorio Emanuele, lungo via Dante. Chiunque ha fatto un corso con me conosce questa mia debolezza, questa passione che non ho mai provato per una fede politica, per un credo religioso e forse neppure per l’amore della mia vita, le relazioni interpersonali. Chiunque ha fatto un corso con me ricorda le mie cravatte nerazzurre sfoggiate con particolare soddisfazione al lunedì, dopo una vittoria della beneamata. Che ci volete fare? Sono stato portato allo stadio da bambino, durante l’epopea della grande Inter di Helenio Herrera e mai potrò dimenticare quei ragazzi che allora erano per me eroi mitologici: Sarti Burgnich Facchetti…
A proposito ciao grande Giacinto! Si lo so ti hanno ricordato tutti, a partire dal presidente Moratti. Ma io non dimenticherò mai che a undici/dodici anni scrissi a tutti i giocatori dell’Inter presso la sede per chiedere una foto con l’autografo.
Dopo qualche tempo mi arrivò una letterina con il timbro postale di Treviglio e l’indirizzo scritto a mano. Dentro con mia grande gioia c’era una foto. La dedica era: a Claudio sportivamente Giacinto Facchetti. Ma forse non erano ancora i tempi degli sponsor, dei miliardi e degli uffici stampa!
 
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postato da  claudio maffei alle  16:29 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



16 Apr 2007
Se volete fare carriera nella vostra ditta ...
Se volete fare carriera nella vostra ditta o se state solo aspettando la pensione NON leggete questo articolo!
Nel 1866 un giovane di New York comprò una rivista illustrata per compiacere la bella ragazza che la vendeva. Come sia finita la storia della ragazza nessuno se lo ricorda. Un articolo della rivista, raccontava come il Regno di Savoia (gli italiani erano all'avanguardia) stesse accelerando i lavori del traforo del Moncenisio, con una nuova trivella funzionante ad aria compressa. Il suo interesse si risvegliò, immaginò, costruì e poi brevettò l'Air brake il primo freno per treni ad aria compressa. Il signore si chiamava George Jr. Westinghouse. Ma non fu così facile. Solo per far provare il suo freno "Crazy George" (amorevole soprannome guadagnato con la sua idea) passò anni di tedio e derisioni, mentre gli incidenti ferroviari continuavano a mietere vittime. Questo piccolo aneddoto sugli inizi di un'impero la dice lunga sulla natura umana. Ognuno di noi ha un idea buona nel cassetto, ma gli ostacoli che l'establishment di tutti i tipi mette al cambiamento, sono innumerevoli. Ma andiamo per gradi, definiamo prima chi intendo per NOI. Escludiamo i pensionati, che si suppone abbiano già dato (nella maggior parte dei casi non è vero). Escludiamo anche i bambini (che le idee ce le avrebbero, ma nessuno li ascolta). Togliamo statali, regionali, provinciali, comunali, enti vari (quandanche avessero idee non possono esprimerle). Gli operai e i contadini sono una specie in estinzione. Le professioni liberali sono troppo occupate a difendere i propri privilegi in combutta con politici di tutti i colori. NOI siamo in pochi. Un po' di imprenditori, qualcuno fa il consulente e qualcuno lavora nelle grandi società, ma siccome ha delle idee NON fa carriera. Comunque, senza di NOI, gli umili "Crazy George" della situazione, la nostra complessa società è destinata all'estinzione per noia. Cari (pochi) colleghi rimboccatevi le maniche, perchè senza di NOI il progresso non esiste. E' giunta l'ora di saltare il fosso e di cominciare a lottare davvero per rivoluzionare ciascuno il suo settore. Allora gettate la maschera e fate come me. Non guadagnerete tanti soldi, ma se lottate duramente arriverete certo in qualche porto nuovo e magari inaspettato. Se tutti NOI, nel nostro cantone, cambiamo anche un solo particolare del "tradizionale" modo di progettare, produrre, comunicare e vendere, avremo un successo incredibile. L'Italia anche in questo periodo di crisi, rimane leader mondiale nelle macchine che fanno le macchine, con una miriade di piccole società che inventano il futuro ogni giorno. Questo è il vero tessuto che tiene a galla il paese. Guardate ora in fondo al vostro cassetto segreto e tirate fuori quell'idea che non avete mai avuto il coraggio di portare avanti. Certo occorre un briciolo di follia, ma vivrete almeno una stagione da leoni. Se non lo fate ora, passatevi automaticamente nelle categorie eliminate e ... dimenticate questo articolo.
 
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postato da  Marcello Cividini alle  15:36 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



10 Apr 2007
Ciao, Paul!
Nel maggio dell’anno scorso è avvenuto un fatto accidentale molto interessante, per me che cerco di studiare quella che si chiama la “costruzione della realtà attraverso la comunicazione” . Una donna, era stata ricoverata d'urgenza, provvisoriamente, all’Ospedale Generale di Grosseto in uno stato di schizofrenia acuta e si era poi deciso di trasferirla nella clinica psichiatrica della sua città natale, Napoli. All’arrivo degli infermieri, la paziente era seduta sul letto, completamente vestita, borsa già pronta. Alla richiesta di seguire gli infermieri la donna dà in escandescenze, diventa belligerante; ha quella che si potrebbe definire una crisi di schizofrenia. Dopo un’iniezione calmante, l'ambulanza parte per Napoli, ma all'altezza di Roma, viene fermata e rimandata d'urgenza a Grosseto . C’era stato un errore: la signora era solo la parente di un uomo che era stato operato all’ospedale.
Bene: quello che mi interessa non è il fatto che ci sia state un errore, poiché questo può succedere. La cosa per me più importante è che nel contesto che si era creato, quindi nella realtà creata da questo errore, ogni comportamento di quella donna era prova ulteriore della sua follia.
Questa storia la sentii personalmente al Centro Studi Comunicazione di Enrico Cogno nel 1987.
Colui che la raccontava era uno dei più straordinari studiosi della comunicazione umana che io abbia mai incontrato, Paul Watzlawick. Nato in Austria il 25 luglio del 1921 ci ha lasciato a Palo Alto, USA, il 31 marzo del 2007.
Mi invaghii immediatamente del suo approccio al problem-solving che muoveva non dalle tradizioni della psichiatria o della medicina ma dalle tradizioni della logica dell’antropologia, della filosofia e dello studio della comunicazione umana partendo da un’idea: “ ognuno di noi costruisce ciò che poi subisce”. Noi forgiamo senza sosta la nostra realtà in un interazione perpetua fra il cosciente e l’incosciente, fra noi stessi e il mondo che ci circonda.
Fin dal 1960 il Mental Research Institute di Palo Alto ha visto fra le sue mura studiosi quali Gregory Bateson, Margaret Maed, Don Jackson e Milton Erickson , creare la cosiddetta terapia breve invertendo completamente le credenze freudiane che partono dall’idea che le persone devono diventare consapevoli delle cause dei propri problemi per riuscire a superarli.
Paul Watzlawick è l’unico di questi studiosi rivoluzionari che ho potuto avvicinare di persona.
Aveva una caratteristica fondamentale, l’umiltà.
Ricordo di lui un’altra frase che mi rimase impressa :
“ Se potessi un giorno imporre una regola dittatoriale in tutte le scuole della terra, sarebbe quella di obbligare tutti gli allievi a viaggiare. La scoperta di altri Paesi e di altri costumi ci obbliga a pensare che esiste una moltitudine di modi di fare le cose. Comprendere questo eviterà che crescendo questi allievi divengano razzisti, sciovinisti e che credano che esista una sola soluzione ai problemi”.
 
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postato da  Claudio Maffei alle  12:33 | aggiungi commento | commenti presenti [3]





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