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16 Nov 2008
I fragili aspetti dell’identità
Il concetto di “persona”, include l’immagine che abbiamo di noi stessi.
L’idea della nostra identità, del nostro status sociale, è radicata nella nostra mente e influenza costantemente il nostro rapporto con gli altri.
Quando una discussione si fa accesa, non è tanto l’oggetto del dibattito che ci infastidisce, quanto la messa in discussione della nostra identità.
E’ sufficiente che qualche parola male interpretata minacci l’immagine che abbiamo di noi stessi, perché la situazione ci appaia insopportabile, anche se le stesse parole, rivolte a qualcun altro in circostanze differenti, non ci darebbero così fastidio.
Chiunque abbia una forte immagine di se stesso cercherà di assicurarsi che sia riconosciuta e accettata da tutti.
Non c’è niente di più angosciante che vederla contestata.
Ma qual è il valore di questa identità?
E’ importante ricordare che il termine “personalità” deriva da “persona” che in latino significa “maschera” .
La maschera attraverso (per) la quale l’attore fa riecheggiare (sonat) il proprio ruolo.
A differenza dell’attore, che sa di portare una maschera, noi ci dimentichiamo spesso di distinguere tra il ruolo che svolgiamo nella società e la nostra natura più profonda.
Di solito siamo spaventati all’idea di affrontare il mondo senza alcun riferimento, e quando dobbiamo abbandonare maschere e titoli siamo presi dalla vertigine dell’ignoto: se non sono più musicista, scrittore, impiegato, colto, bello o forte, chi sono?
Eppure l’assenza di etichette è la migliore garanzia di libertà, il modo più agile, leggero e gioioso di attraversare il mondo.
Non essere più vittime delle menzogne dell’ego non ci impedisce affatto di alimentare una forte determinazione per ottenere gli obiettivi che ci siamo prefissati e di godere in ogni istante la ricchezza delle nostre relazioni con il mondo intero.
Anzi, accade proprio l’esatto contrario.
(Matthieu Ricard)
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  17:56 | aggiungi commento | commenti presenti [2]



5 Nov 2008
Da Barack Obama. Ieri alle 20.47
Incredibile, ma vero.
In tempi non sospetti, circa due mesi fa, mi sono iscritto un po’ per gioco, un po’ per ricevere materiale elettorale, al fan club di Barack Obama.
Questa mattina, alle 7.00, ero proprio contento.
Per chi ha la mia età, vedere un nero alla presidenza degli Stati Uniti è come veder concretizzare un sogno che ha dell’impossibile.
Nessuno al mondo, quarant’anni fa avrebbe potuto immaginare che un uomo dalla pelle scura sarebbe stato votato dalla maggioranza degli elettori americani.
Si tratta di un fatto che ha una potenza dirompente e, da mesi, come Beppe Severgnini, dicevo “Fin che non lo vedo non ci credo”.
Quello che è successo oggi è la conseguenza della lotta condotta da Martin Luther King, è la vittoria del suo credo, della sua volontà di ottenere con metodi pacifici, diritti civili per gli afroamericani.
L’elezione di Barack Obama è la prova vivente che quella sfida alla fine è stata vinta.
Con questi pensieri nell’anima, un paio d’ore dopo ho acceso il computer e, ohibò, la lettera di Barack Obama.
Si, proprio lui, quello che avevo appena visto alla televisione.
Ha ringraziato tutti per e-mail…anche me.
Ah, Italia, quanto hai da imparare!


I'm about to head to Grant Park to talk to everyone gathered there, but I wanted to write to you first.

We just made history.

And I don't want you to forget how we did it.

You made history every single day during this campaign -- every day you knocked on doors, made a donation, or talked to your family, friends, and neighbors about why you believe it's time for change.

I want to thank all of you who gave your time, talent, and passion to this campaign. We have a lot of work to do to get our country back on track, and I'll be in touch soon about what comes next.

But I want to be very clear about one thing...

All of this happened because of you.

Thank you,

Barack

 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  12:30 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



29 Ott 2008
Anthony Robbins a Roma
Ce l’hanno fatta!
I miei amici Mody e Nello Acampora e la loro organizzazione
Hi-Performance, sono riusciti a portare il mitico corso di Anthony Robbins “Sprigiona il potere che è in te”, a Roma, dal 25 al 28 di settembre.
Chi non ha mai visto Tony dal vivo approfitti di questa occasione!
Una sferzata di energia allo stato puro.
Ancora oggi quando le persone che si avvicinano alle materie che insegno mi chiedono un consiglio su un libro “facile” per un primo approccio, il mio consiglio è sempre lo stesso: “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri” di Anthony Robbins. Una vera “bibbia” benché uscito nel 1987.
Tony è, di continuo, stimolo a tutto il mondo della formazione.
Ecco, qua sotto dodici principi da condividere con le persone che ci sono care.

I dodici principi per vivere con consapevolezza sono semplici insegnamenti, potranno essere soltanto nutrimento per i tuoi pensieri oppure chissà…tra essi ne scoprirai uno che potrà cambiarti la vita per sempre.

VIVI UNA VITA AL SERVIZIO DEGLI ALTRI.
“ Il modo migliore per trovare te stesso è perderti mettendoti al servizio degli altri”.
Mahatma Gandhi

OFFRI AGLI ALTRI CIÒ CHE VORRESTI RICEVERE.
“Abbiamo bisogno di tanto amore per perdonare, ma abbiamo ancor più bisogno di umiltà per chiedere perdono”.
Madre Teresa

SII GENTILE.
“La vita è breve, eppure c’è sempre abbastanza tempo per essere cortesi”.
Ralph Waldo Emerson

SII STRAORDINARIO.
“Mira alla luna. Anche se mancherai il bersaglio, finirai pur sempre in mezzo alle stelle”.
Les Brown

CERCA L’UNIONE.
“L’interdipendenza deve essere l’ideale dell’uomo, tanto quanto la sua autonomia”.
Mahatma Gandhi

IMPEGNATI PER VIVERE CON SAGGEZZA.
“La scienza è l’organizzazione della conoscenza. La saggezza è l’organizzazione della vita”.
Immanuel Kant

ESPRIMI LA TUA GRATITUDINE.
“Quando provi gratitudine la paura si dissolve per lasciare il posto all’abbondanza”
Tony Robbins

PENSA IN MODO CRITICO.
“Il mondo che abbiamo creato è il prodotto del nostro pensiero, e dunque non può cambiare se prima non modifichiamo il nostro modo di pensare”.
Albert Einstein

SII CORAGGIOSO.
“Le cose che devi fare sono proprio quelle che pensi di non riuscire a fare”.
Eleanor Roosevelt

SII UMILE.
“Desideri che le persone abbiano una buona opinione di te? Non parlare esaltando te stesso”.
Blaise Pascal

SII CREATIVO.
“Una persona creativa è motivata dal desiderio di arrivare, non da quello di superare gli altri”.
Aya Rand

SII PRESENTE.
“La cosa meravigliosa è che non è necessario aspettare neppure un momento per iniziare a rendere il mondo migliore”.
Anna Frank

 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  10:38 | aggiungi commento | commenti presenti [1]



19 Ott 2008
Apparenti gaffes...per non apparenti verità
Una frase od una parola detta in modo erroneo od in un contesto sbagliato.
Si può estendere anche ad un gesto….
Ho avuto il piacere di assistere una persona nel momento della sua morte, direi di accompagnarla in quel trapasso, a volte pieno di aspettative per chi crede, a volte pieno di niente.
Mi disse “si ricorda Dottore quella volta del vestito”
Io le tenevo la mano.
Certo che mi ricordavo…..
Era una bella ed esclusiva festa, in cui mi sentivo come sempre a disagio.
La riconobbi quella signora, che veniva verso di me dal fondo della sala, in compagnia di un uomo più giovane di lei, che la inebriava. Quel luogo stesso la emancipava perché era un luogo che era al di sopra della sua solita vita. Aveva un abito bianco attillato lungo fino ai piedi. Non poteva evitarmi.
Io camminavo tenendo tra le mani un grosso calice di vino merlot, pieno quasi all’orlo, di un liquido rosso vivo, un arma da guerra micidiale.
Conoscendo la mia proverbiale distrazione, quando fu a pochi metri da me mi disse “dottore faccia attenzione con quel bicchiere!”
C’era confusione nella sala, l’orchestra suonava, io non capivo, mi avvicinai a lei “cosa mi sta dicendo?” facendo questo mi chinai in avanti la mia mano si piegò anche essa e le rovesciai l’intero calice addosso.
Quel bell’abito bianco grondava di vino, lei immobile al centro della sala, tra i risolini e i commenti intorno. Il suo viso era più rosso del vino e sprizzava scintille d’odio.
Credo che quella serata fosse stata piena di aspettative per lei, e che quello fosse l’unico abito che avesse adatto alla serata, e credo che per lei comunque la serata finì lì.
Stava morendo, ora, mi disse “ le voglio bene, Dottore, ma non la perdonerò mai”
Vi possono anche essere delle gaffes “apparenti” nel senso che siano volutamente dette o inconsciamente dette , ma che sortiscono un effetto positivo….
I paradossi….
Contraddizioni logiche su due contesti diversi, spesso uno emozionale e l’altro razionale.
Famosa quella “se ti ammazzi ancora ti mando al ricovero” da me formulata e poi ripresa nelle lezioni della Società Medica Italiana di Ipnosi e Psicoterapia dal Dott Riccardo Arone di Bertolino.
Erickson diceva “fai deragliare i pensieri”
Bandler e Grinder dicevano “ad un catatonico saltategli sul piede”
Interrompendo il ciclo dei suoi discorsi o delle sue assenze.
Si potrebbe valutare la frase in un altro contesto della comunicazione, quello del cambiamento di canale sensoriale della comunicazione.
Erickson interruppe il suo professore buttandogli lì una frase che non c’entrava niente “ neanche a me piace la neve….e poi non esiste un fiocco di neve uguale ad un altro”
Erickson in un’altra occasione affidò ad uno studente-paziente il compito di valutare le diverse tonalità di verde che avevano le piante del suo giardino, per spingerlo a valutare i diversi punti di vista sulle cose.
Lo studente scoprì che non esiste pianta che abbia la stessa tonalità di verde di un’altra.
Apparenti gaffes…per non apparenti verità….
Liberamente tratto da Gilberto Gamberini

 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  15:45 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



10 Ott 2008
Tutto ciò che state per leggere è vero
Esiste un potentissimo solvente chimico che ha le seguenti proprietà: se impiegato in dosi anche minime (meno di un centimetro cubo) può danneggiare un elettrodomestico in modo irreversibile, evapora a temperatura ambiente diffondendosi silenziosamente nell’ambiente domestico, è stato rinvenuto nel 99% delle cellule tumorali, viene usato nelle centrali nucleari e nelle industrie che producono armi chimiche, è un prodotto necessario alla realizzazione di armi batteriologiche, viene distribuito nelle basi militari della NATO attraverso condotti sotterranei ramificati e complessi al cui controllo sono deputate strutture governative, se assorbito nell’organismo umano passa la placenta e filtra nel latte materno, è ustionante alle alte temperature.
Infine, e questo è il punto cruciale, questa sostanza chimica viene ancora oggi utilizzata nella preparazione di prodotti dolciari destinati all’infanzia da più di 20 multinazionali dell’alimentazione.
Proibireste l’uso di questa sostanza?
Se si, sappiate che rendereste la vita molto complicata a tutta la popolazione della terra.
Questa temibile sostanza chimica, infatti, non è altro che la chiara, fresca e dolce acqua.
Una sostanza che effettivamente possiede tutte le caratteristiche sopra menzionate.
Vi siete spaventati?
In questo caso dovrebbe spaventarvi di più constatare quanto sia facile indurre la nostra mente in errore.
Pensate ora a quanto può essere manipolatorio un telegiornale…
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  10:21 | aggiungi commento | commenti presenti [0]



1 Ott 2008
Gioco
Leggi le prime parole e il tuo cervello decifrerà automaticamente il resto del testo. Se lo leggi e lo capisci sei intelligente, hai fantasia ed hai l'emisfero destro del cervello ben sviluppato.

UN 837 610RN0 D'357473 3R0 1N 5P146614 0553RV4ND0 DU3 81M83 610C4R3 N3774 548814, 574V4N0 74V0R4ND0 M0770 C057RU3ND0 UN C4573770 D1 548814 C0N 70RR1, P4554661 536R371 3 P0N71. QU4ND0 574V4N0 F1N3ND0 V3NN3 UN'0ND4 CH3 D157RU553 7U770 R1DUC3ND0 17 C4573770 4D UN MUCCH10 D1 548814 3 5CH1UM4... P3N541 CH3 D0P0 74N71 5F0RZ1 73 84M81N3 51 54R3883R0 M3553 4 P14N63R3, P3R0 1NV3C3 D1 QU3570 C0R53R0 P3R 74 5P146614 3 C0M1NC14R0N0 4 C057RU1R3 UN 477R0 C4573770; C4P11 CH3 4V3V0 1MP4R470 UN4 6R4N 73Z10N3; 1MP136H14M0 M0770 73MP0 D3774 N057R4 V174 C057RU3ND0 QU47CH3 C054 P3R0 QU4ND0 P1U 74RD1 UN'0ND4 4RR1V4 4 D157RU663R3 7U770, R3574N0 5070 7'4M1C1Z14, 7'4M0R3, 7'4FF3770 3 73 M4N1 D1 C070R0 CH3 50N0 C4P4C1 D1 F4RC1 50RR1D3R3.
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  23:33 | aggiungi commento | commenti presenti [3]



23 Set 2008
Accetta il consiglio
"Non importa se cerchi di vendere Gesù, o Buddha, o i diritti civili. O come arricchirsi nel settore immobiliare senza rischiare un soldo. Questo non fa di te un essere umano. Semmai fa di te un agente vendite. Se vuoi parlare con qualcuno sinceramente, da essere umano, chiedigli dei suoi figli, scopri quali sono i suoi sogni. Solo per saperlo, per nessun'altra ragione. Perché appena cerchi di prendere le redini di una conversazione, per pilotarla, non è più una conversazione. È un pistolotto e tu non sei un essere umano, sei un venditore, un piazzista."

Quest’estate ho rivisto un film che adoro "the big kahuna". Quello che segue è il testo del famoso monologo finale.

Goditi potere e bellezza della tua gioventù.
Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.
Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.
Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati, ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.
I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente.
Di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.
Fa' una cosa, ogni giorno che sei spaventato.
Canta.
Non esser crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.
Lavati i denti.
Non perder tempo con l'invidia.
A volte sei in testa.
A volte resti indietro.
La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente dimmi come si fa.
Conserva tutte le vecchie lettere d'amore, butta i vecchi estratti conto.
Rilassati.
Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.
Prendi molto calcio.
Sii gentile con le tue ginocchia, quando saranno partite ti mancheranno.
Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche.
Le tue scelte sono scommesse.
Come quelle di chiunque altro.
Goditi il tuo corpo.
Usalo in tutti i modi che puoi.
Senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
È il più grande strumento che potrai mai avere.
Balla.
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.
Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza.
Ti faranno solo sentire orrendo.
Cerca di conoscere i tuoi genitori.
Non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli.
Sono il migliore legame con il passato e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.
Renditi conto che gli amici vanno e vengono.
Ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e di stili di vita, perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.
Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.
Non fare pasticci coi capelli, se no quando avrai quarant'anni sembreranno di un ottantacinquenne.
Sii cauto nell'accettare consigli, ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia. Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio, ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte e riciclarlo per più di quel che valga.
Ma accetta il consiglio... per questa volta.
Potete anche ascoltarlo QUI.
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  14:53 | aggiungi commento | commenti presenti [1]



10 Set 2008
Ridere fa benissimo
“Risus abundat in ore stultorum:” il riso abbonda sulla bocca
degli stupidi, dicevano sempre i miei genitori e... a me... veniva
tanto da ridere!
Ho sempre riso molto, a scuola, con gli amici, nel lavoro. Per
un po’ ho anche fatto l’autore per il cabaret e ho pensato di poter
campare così.
Poi, preso per fame, ho cominciato a fare il formatore.
Ho cercato di trattenermi un po’, ma senza successo.
Cosa vi devo dire? Mi veniva da ridere!
Una buona battuta di spirito è, per me, talmente importante da
non riuscire a trattenerla, a costo di perdere un’amicizia e perfino
un lavoro.
Il ridere è un segno di trasgressione, di disobbedienza.
S m i t i z z a re, sovvertire le regole, dubitare di tutto ciò che è
ovvio, serve da valvola di sicurezza per non pre n d e re nulla e
soprattutto se stessi troppo seriamente.
Un autore americano, Og Mandino, ha scritto: “Non dovrò
d i v e n i re mai tanto importante, tanto saggio, tanto austero, tanto
potente da dimenticare di ridere di me stesso e del mondo.
In questo voglio rimanere per sempre bambino”.
In effetti, io ero così anche da piccolo. Ho sempre cercato di
far ridere tutti. Per tutti gli anni della scuola ho avuto otto in condotta,
ma qualche pro f e s s o re mi ha confessato, in privato, di
divertirsi come un matto con le mie invenzioni.
Totò e Ollio sono stati, fin dall’infanzia, i miei attori preferiti.
Cos’avranno mai avuto in comune? Forse la gestione del corpo, la
fisicità. Erano così diversi! Eppure, nei loro film, ogni movimento
era perfetto. Le mani, i piedi, le facce, erano talmente duttili da
sembrare di gomma. Potrei rivedere centinaia di volte “Fra diavolo”
o “Totò, Peppino e a malafemmina” e ogni volta divertirmi e
ridere di gusto.
Ma Totò era inimitabile. Infatti, oltre a snodarsi come un burattino,
era maestro nel gioco di parole: “Signori si nasce e io lo nacqui”,
“Una volta tandem”, “Tu prode! No, a me non mi prode!”,
“Sei edotto? Sì, fanno quattordici”, “Parli come badi”, “Ogni limite
ha una pazienza”, e si potrebbe andare avanti all’infinito.
Ma il mio parrucchiere non è da meno, anche se lo fa in modo
involontario: “Mia figlia vive in una villetta a scheda”, “È stata in
vacanza a Milano Sabbia d’Oro”, “Catilina era la moglie di
C i c e rone”, o addirittura “I figli di Adamo ed Eva erano Caino e
Adele!”.
Sono solo quelle che mi ricordo. Purtroppo non ho il coraggio
di andare con un blocchetto e scrivermele; faccio già abbastanza
fatica a stare serio.
Hai bisogno di una bella risata? Clicca sull'immagine. Ridere fa benissimo ed è contagioso!
Guarda il filmato su http://www.jacopofo.com/risata-contagiosa2
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  11:29 | aggiungi commento | commenti presenti [1]



3 Set 2008
Storytelling
Storytelling è il titolo di un bel libro di Christian Salmon che questa estate mi ha fornito parecchi spunti di riflessione.
Lo scrittore e saggista francese sostiene che la chiave della leadership oggi sta, in gran parte, nello storytelling, il raccontare storie.
È una tendenza che fa la sua comparsa negli anni '80, sotto la presidenza di Ronald Reagan, quando le storie cominciano a sostituire argomentazioni razionali e statistiche nei discorsi ufficiali. L'ex attore di Hollywood credeva al «potere delle storie» sull'animo umano. A volte gli capitava di raccontare un episodio tratto da un vecchio film di guerra, come se fosse un fatto storico realmente accaduto negli Stati uniti.
Ma è sotto la presidenza Clinton che lo storytelling politico entra alla Casa bianca con la sua corte di consulenti, sceneggiatori hollywoodiani e pubblicitari. «Lo zio Buddy mi ha insegnato che ognuno di noi ha una storia», scrive Clinton nelle prime pagine delle sue Memorie, che terminano con queste parole: «Ho scritto un grande libro?
Chi lo sa? Comunque sono certo che si tratta di una buona storia».
Fin dal suo arrivo alla Casa bianca, nel 2001, Bush aveva presentato il suo gabinetto alla stampa dichiarando: «Ogni persona ha la sua propria storia che è unica, tutte queste storie raccontano quel che l'America può e deve essere. La frequenza della parola story nei discorsi di Bush non è casuale.
Rivela l'influenza dei consulenti in management che lo circondano (è il primo presidente americano ad essere stato formato in una business school, una grande scuola commerciale). La storytelling management, una nuova scuola per la direzione d'impresa, comparsa a metà degli anni '80 negli Stati uniti, ha conosciuto dal 2001 un successo crescente in aziende come Disney, McDonald's, Coca-Cola, Adobe, Ibm, Microsoft.
Nasa, Verizon, Nike e Lands' End considerano lo storytelling come l'approccio attualmente più efficace negli affari. «Quando vedo la facilità con cui storie ben congegnate possono entrare nell'animo della gente – scrive Stephen Denning ex dirigente della Banca mondiale - io stesso mi stupisco della predisposizione del cervello umano ad assimilare i racconti. E ancora «Per un imprenditore il lavoro più importante è motivare il personale.
Per farlo bisogna coinvolgere le emozioni. E la chiave per entrare nei loro cuori, è una story. La maggior parte delle migliaia di relazioni presentate in questi ultimi trent'anni da imprenditori alla ricerca d'investimenti, falliva per incapacità di comunicazione. «Nessuno sa raccontare una storia».
«Volete sapere come raddoppiare le vendite e quadruplicare il profitto?» «Venderete molto di più utilizzando una success story, che descrivendo le caratteristiche e i vantaggi del vostro prodotto o servizio. Una storia, e il prodotto è venduto. La gente adora le storie ». Il successo dello storytelling non è rimasto confinato alle sole direzioni d'impresa e al marketing, in dieci anni si è imposto a tutte le istituzioni, tanto da apparire come il paradigma della rivoluzione culturale del capitalismo, una nuova norma narrativa che alimenta e vitalizza i più diversi settori di attività.
Raccontare è diventato un mezzo per sedurre e convincere, influenzare pubblico, elettori, clienti. Ma significa anche: condividere, trasmettere informazioni, esperienze. Definire azioni, capacità professionali..
Che vogliate portare a buon fine una trattativa commerciale o far firmare un trattato di pace a fazioni rivali, lanciare un nuovo prodotto o fare accettare a un collettivo di lavoro un cambiamento importante, concepire un videogioco o consolidare la democrazia in un paese dell'ex Unione sovietica...
il metodo impiegato, gli interlocutori, i finanziamenti, il calendario sono gli stessi e si basano sul modus operandi dello storytelling, diventato l'abc dell'ideologia insegnata a uomini politici e imprenditori.
Lo storytelling invade poco a poco discipline le più diverse quali sociologia, economia, diritto, psicologia, istruzione, neuroscienze, intelligenza artificiale...
In un contesto di sovrainformazione, di «assedio testuale», la capacità di selezione degli individui è costantemente sollecitata.
Il cervello umano ha una prodigiosa capacità di sintesi multisensoriale dell'informazione, quando questa è presentata sotto forma narrativa. Ogni volta che si è introdotta una nuova tecnologia nello storytelling, si è cambiato il mondo.
Basta pensare alla stampa, al telegrafo e al telefono, a giornali, radio e televisione, e più di recente a Internet».
Il successo dei blog fornisce un chiaro esempio di questa infatuazione per le storie. Secondo Pew Internet & American Life Project, attualmente si crea un blog ogni secondo. Undici milioni di americani avrebbero già un proprio blog e i lettori sarebbero trentadue milioni. Sembra che il loro numero raddoppi ogni cinque o sei mesi. La motivazione degli autori dei blog è chiara. Secondo l'inchiesta, il 77% di loro avrebbe aperto un blog non per partecipare ai grandi dibattiti del momento ed esprimere un'opinione, ma per «raccontare la propria storia».
Il rapporto, scritto da due ricercatrici di Pew, Amanda Lenhart e Susannah Fox, e pubblicato nel luglio 2007, s'intitola: «Bloggers: un ritratto dei nuovi cantastorie di Internet» .
I siti di accesso che moltiplicano le offerte di format includendo fotografie, suoni e impaginazioni standard, stimolano l'appetito narrativo. Essere se stessi non basta più. Bisogna diventare la propria storia. Costruisci un racconto. La story, sei tu!
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  10:43 | aggiungi commento | commenti presenti [2]



3 Ago 2008
Via!
Carissimi,
questo e' l'ultimo pezzo, che scrivo prima della pausa estiva. E’ anche un intervento molto ridotto perche' mi scivolano le dita sulla tastiera dal caldo.
Spaparanzatevi, rilassatevi, dormite, mangiate bene, giocate, fate l'amore, coccolate i cani e i gatti, picchiate le zanzare, abbronzatevi, passeggiate, nuotate, guardate le stelle cadenti, allacciate nuove amicizie e nuovi amori, massaggiate e fatevi massaggiare, ridete, costruite castelli di sabbia... e soprattutto ritornate a fine agosto!!!
Buone vacanze a tutti
 
Generale
postato da  Claudio Maffei alle  16:55 | aggiungi commento | commenti presenti [0]





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